Pagina:Tre croci.djvu/168

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piaceva quella passione insensata e si asciugava il viso che la donna gli bagnava con le lagrime, disse a Giulio:

— Levamela tu di dosso! Prendila! Io non vorrei farle male a staccarla; da quanto mi stringe!

Ma in quel punto le due nipoti afferrarono Giulio, e con il loro peso lo fecero perfino traballare. Giulio, però, si commosse; e avrebbe desiderato che non lo lasciassero più. Ma disse loro che andassero a prendere la zia e la portassero in salotto. Egli non s’aspettava che sapessero già tutto; e non gli veniva in mente che poteva essere stato Enrico.

Niccolò gli disse:

— Hai visto che sentimento ha quella donna? Non ha detto nè meno una parola cattiva!

— Vai da lei!

Niccolò andò in salotto e si mise a sedere accanto alla moglie; ma, a vederlo, faceva ridere, tanto ci stava goffamente e malvolentieri. Egli non le diceva nulla; e quando ella, per affetto, voleva fissarlo