Pagina:Tre nuovi progetti per la strada ferrata da Milano a Venezia.djvu/3

Da Wikisource.

313


8.° Di attraversare parecchie miglia di paludi anche prima di giungere alla Laguna.

9.° Di rendere, passando per Fusina, doppiamente lungo, costoso e difficile il passo della Laguna, come appare dalle riflessioni dell’ingegnere Meduna esposte già in questi Annali; al che si aggiunge la perdita del giornaliero necessario passaggio tra Mestre e Venezia.

10.° Di urtare contro la frontiera del Po invece di perforare il cuore del Regno, il che involge inoltre tutte le complicazioni daziarie del circondario confinale.

11.° Di toccar luoghi men bisognosi di comunicazione, essendo tutti attraversati da vie d’acqua; quali sono la Bassa Adda, il Po, il Basso Ollio, il Basso Mincio, la Fossa d’Ostilia, il Naviglio di Legnago, l’Adige, il Frassine, il Canal d’Este, il Canal di Cagnola e Bovolenta, il Bacchiglione, il Brentone, il Taglio Novissimo. Al contrario le provincie superiori di Bergamo e Brescia e il paese fra Vicenza e Verona non hanno comunicazioni d’acqua nè con Venezia e Trieste nè con Milano, e ne hanno gravissimo bisogno.

A prima giunta si direbbe che la proposta dei tre progetti accresce le incertezze. Ma se ci raccogliamo a considerarne la parte più importante, vediamo che l’esimio ingegnere
propone a studiarsi come parte del Primo progetto la linea del lago di Garda. Abbiamo adunque il voto d’un distinto uomo dell’arte in favore della possibilità tecnica di quel tronco, il quale forma il punto più difficile e problematico della linea delle sei città. Se questo punto venisse a confermarsi, la questione della scelta della linea potrebbe riguardarsi come realmente sciolta.

Noi vorremmo che questo studio si facesse pel primo; e che gli si facesse succedere lo studio del terreno tra l’Adige e Vicenza; e ciò unicamente in mira alla possibilità del passaggio ed alla necessità di opere straordinarie per effettuarlo. Riconosciuta la possibilità di questo progetto sui punti più scabrosi e compiutane la censura militare, si potrebbe passare alla redazione e stima dell’intera linea, senza gettar tempo, credito e denari nello studio di linee troppo riprovate da ogni buon principio statistico ed amministrativo. Che se considerazioni d’ordine elevato condannassero assolutamente e senza modificazione la linea delle sei città: noi crediamo fermamente che sarebbe miglior partito rinunciare affatto all’impresa; giacchè nessun ripiego d’arte e nessun talento di ingegnere potrebbero ottenere la certezza che le altre linee compensassero i rischi dell’immenso capitale ch’esse dimandano.