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CAPITOLO VI.


Una nuova teoria psichiatro-zoologica
delle rivoluzioni.


Ma costoro, per quanto rumore siasene fatto, non meriterebbero che alcuno se ne occupasse, se, insieme al grande Tribuno del Medio Evo, non ci porgessero aiuto a sviluppare un’idea che io accarezzo da molto tempo.

È una teoria psichiatro-zoologica delle rivoluzioni, di cui certo molti storici rideranno. Eccola:

La legge d’inerzia, che domina sovrana in tutta la natura, non perde i suoi diritti nemmeno nel mondo psicologico e nello andamento dei popoli; e la prima prova, la elementare, mi veniva alla mente leggendo una bella osservazione di Bret Harte sul cane conservatore, che abbaiava e s’accaniva ferocemente contro ogni novità che vedesse introdotta nel suo villaggio: le ferrovie, le vetture, il gaz, ecc.

Ora, a ben pensarci, tutti gli animali sono conservatori, e i cani, è noto, abbaiano a tutti i forestieri solo perchè forestieri, e vi hanno cavalli che non si lasciano montare dal padrone solo che abbia mutato vestito.

Lombroso, Tre Tribuni - 12