Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/307

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dendo,e scoperta la machina, e sventata la mina in vece di dar, come pensano, il saccheggio altrui, restano essi in un Sacco di confusione. [Tedeschi confusi, e consternati.] Così che i miseri rimasti con tale scorno di perfidia, e codardia (per altro essendo la loro Natione sì fedele, e coraggiosa) pentiti del fallo, e sgomentati tanto più, che ne temevano il sentore di Cesare, bramano tutte le occasione di risarcir con qualche grand’Impresa il mancamento; e con tal’animo se ne ritornan taciti al Campo.

[Risolutione nobile de’ Tedeschi.] Il Nemico in tanto alla Pietra, inteso il tumulto nato in Città, concepisce speranza ferma di caduta, ò per resa al primo impeto, ò per sorpresa, tanto più, credendo essere già partiti gli Aussigliarij. Quando i Tedeschi ansiosi di lavar co’l sangue l’antica macchia in otto cento Fanti li più scielti trà loro giurano d’attaccar’ il Nemico, ne prima finir di combattere, che ò perdano la vita, ò riportino la Vittoria.

[Il Campo Nemico assaltato, e come.] Usciti dunque sù la quarta vigilia di notte tempo assaliscono il Nemico con tal’ impeto, e furore, che, uccisi, e consternati i primi, co’l ferro penetrano in mezzo all’Essercito, e ne fanno strage. Gl’Italiani perciò sorpresi, e dubitando di tradimento de’ suoi (mentre credono lontani i Nemici, e la Notte non lascia venir’ in chiaro) altro non san fare, che ritirarsi, e cedere all’impressione. I Francesi, per altro furiosi à Cavallo, e li Spagnoli, che d’Infanteria son feroci, non sapendo ne meno che ciò