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422 Trento.

[Possesso del moderno Vescovo come seguito.] to di Trento li 9. Genaro 1668. dal Ven. Capitolo, come accennai, confermato da Roma in capo à un anno, finalmente doppo varij anfratti, e remore si condusse al Porto di sua Chiesa.

Venne S. E. R. li 29. Marzo 1670. e come vestì qualità anzi d’Incognito, e Pastor humile, & erano i giorni Santi, fece fermar l’incontro già mossosi di Cavalcata di Città, e tacer le Trombe. Entrato à Trento, prese l’alloggio nel suo proprio Palazzo di Contrada larga; fin che passata la Domenica delle Palme, e appuntato il seguente giorno per la funtione, si portò in Carrozza verso il Duomo. [Funtione notabile.] In entrando in Chiesa baciò la Croce, e prese l’Acqua Lustrale offertagli solennemente; indi salito in Choro, e fattasi la solita fontione del Pontificale avanti l’Altar Maggiore, andò in Sacristia, dove in pieno Capitolo prestò il Vescovo il solito giuramento, e ritornando in Choro, tolse con le solite cerimonie il possesso, datogli à nome del Capitolo da Monsignor Gioseppe Vittorio Alberti, Decano, e Vicario Generale, assistendo gli altri Canonici. Doppo di che fattosi un breve ragionamento, udì cantarsi in Musica il Te Deum, e assistette al Panegirico detto dal P. D. Michel’Angelo Priuli C. R. S. Data in fine la Benedittione al Popolo, uscì di Chiesa, e sù i passi d’un numeroso Corteggio d’Ecclesiastici, e Laici; doppo giurate nel proprio Palazzo le Compattate vertenti co’l Conte del Tirolo, portossi alla volta di Castello. Ivi à la Porta, ricevute le Chiavi di temporal Possesso con le solite formalità, entrò, dove si fè alto al publico preparato Convito al calor del quale non si potè fermar l’Artiglieria.