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tafere scritte finora da chi fu mosso da passione od era male informato, e parliamo per esperienza, che qui non sono a temersi gli orrori dell’inverno, ma da fuggirsi i calori dell’estate. Vedi Altezza ed Osservazioni.
Curia vescovile. Poichè il vescovo di Trento cessò di essere Principe regnante, che fu nel 1803, il palazzo di castello non fu più sua residenza. L’ultimo principe, Emmanuele conte di Thunn, ristaurò con suoi denari la casa dei decani capitolari colla mira di farne episcopio, ma nè egli nè i suoi successori poterono abitarvi, perchè la fabbrica fu destinata da chi ebbe il comando ad altri usi. Il vescovo è per ciò ancor al presente costretto ad abitare casa presa a pigione. Dimora adesso in contrada di San Vigilio vicino al Duomo, ed ivi è anche la Curia.
Dialetto. Quello de’ Trentini (intendo parlare della gente incolta, chè i colti parlano il dialetto frammettendo a’ loro discorsi vocaboli di lingua scritta) è nella sua purità, per giudizio di molti, uno di quelli che più si approssimano alla lingua nobile d’Italia. Ne diamo saggio nel seguente dialogo tra un artigiano e sua moglie:
St’am, Marietta, se Dio no mandadisgra-