Pagina:Trento sue vicinanze 1836.djvu/27

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ragione! quasi tutto l’edifizio resta disabitato! Ei non potè nè pur immaginare che ci possano essere in Italia signori a’ quali sia bisogno avere così grandi e spaziosi fabbricati per adagiarvi la famiglia, gli ospiti, gli amici e la numerosa gente di servizio. Ei non seppe che in Italia la estate per respirare aria fresca bisogna ricoverarsi o nelle grandi chiese, o sotto gli alti portici, o nelle ampie camere e sale de’ palazzoni. E non merita nessuna lode il gusto per la bella architettura? Così non pensava, benchè tedesco, quel ricco Fugger, il quale, innamorato di una avvenente donzella dell’illustre casa Madruzzo (altri dicono di una nobile Particella che amava un vescovo Madruzzo), perchè essa rifiutava di seguirla sposa in Germania, fece erigere dai fondamenti questo palazzo. Se spesi avesse i suoi denari in clamorose caccie di cervi e di cinghiali, o pranzi e cene da Epulone, sarebb’egli stato più savio? Il palazzo passò dai Fugger ai Galasso, da questi ai di Tono, ora Conti Thunn, e per vendita fattane dalli Thunn, passati di qua due secoli or sono in Boemia, al C. Giacopo Zambelli, ora defunto, che lo ristaurò ed abbellì, e riaperse al pubblico la elegante cappella de’ santi mar-