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dei primi popoli barbarici 133


cantone d’Europa co’ loro brutali costumi e col loro piú che umano coraggio. Queste perpetue trasmigrazioni oprarono, che fossero creduti originari di ciascuna provincia, in cui comparvero la prima volta: ma per le testimonianze certissime di Dessippo, che li combattè in Grecia, la loro stirpe sbucò dail’Eussino e da’ luoghi ove stanziarono altra volta i budini ed i geloni o greco-sciti d’Erodoto.

8. Un gran rivolgimento preparavasi allora fra i daco-geti, or goti, che uniti con altri popoli, e spezialmente co’ burgundi o borgognoni e co’sarmati, assaltarono l’Italia; si trasferirono indi nell’Asia Minore, che saccheggiarono sino al Fasi ed alle radici del Caucaso. Tra’ prigionieri fatti nella Cappadocia s’annoverò una famiglia, da cui derivò quell’Ulfila, il quale arricchí d’un alfabeto proprio e nazionale i goti, se pur giá non l’aveano, ed e’ solamente aggiunse nuove lettere a quelle, che forse usavansi allorché Ovidio dettava i suoi getici versi. Da’ prigionieri di varie contrade udironsi le prime voci, che condussero al cristianesimo una parte de’ goti, quando ed eruli e franchi ed ogni altro popolo di Germania stava immerso nelle tenebre dell’idolatria; ma un’altra parte de’goti restò avvinta invariabilmente alla religione zamolxiana. Cosi l’antiche discipline getiche cessarono di governar tutta la stirpe de’ goti, e mutaronsi con piú fausto evento nelle cristiane: la credenza sull’immortalitá dell’anima drizzossi a piú nobile scopo; non pochi piíofori di Deceneo si trasformarono in vescovi, ed ebbero maggior forza che non dianzi nel governo del popolo e nell’elezione de’ re. Giá l’universalitá de’ goti s’era divisa in orientali ed in occidentali, cioè in ostrogoti ed in visigoti; su tutt’i quali regnò Ermanarieo degli Amali, settimo dopo Gapto, e fedele al culto di Zamolxi.

9. Ermanarieo era fanciullo tuttora quando Claudio il gotico imperatore afflisse con insigne vittoria i goti, che uniti con gli eruli fecero uno sforzo in Tracia, nella Macedonia ed in Grecia. Ne uccise moltissimi, facendone prigionieri piú assai, che diventarono coltivatori delle terre nell’imperio, e dettero un grande impulso a’ nuovi ordinamenti del colonato. In grazia