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15. Gli eruli di giorno in giorno riuscivano meno gravi all’Italia, dove il re Odoacre sapea contenerli. Sembrava, per opera di lui, ch’e’ fossero ausiliari e non padroni del regno. Quanto a lui, egli si tenea pressoché per romano, avendo permesso l’uso e l’esercizio delle pubbliche armi a’ romani. So che la prevalenza di queste da lunga stagione trovavasi presso i barbari; deplorabile causa della caduta dell’imperio: ma Odoacre non tolse l’essere alle legioni, si come indi piacque a Teodorico degli Amali, nè rilegò fra’ molli ozi con oltraggioso disdegno i capitani antichi dell’imperio, presso i quali certamente duravano le tradizioni e le discipline romane sull’arte della guerra. Si fatti capitani si strinsero allegramente intorno ad Odoacre: il patrizio Liberio combattè in favore degli eruli, e divenne amico del re; il conte Pierio mori per lui nella guerra contro i rugi di Feleteo e di Gisla sul Danubio. La vittoria di Odoacre sopra costoro, e la lor dispersione apri a’ longobardi la via d’entrar nel loro paese, chiamato il Rugiland; poscia il vincitore, tocco dalle miserie de’ romani abitanti nel Norico Ripense, gli accolse amorevolmente in Italia.

Fra pochi anni gli eruli si sarebbero incorporati del tutto ne’ romani, si come avvenne a tanti drappelli d’alani, di batavi, di precedenti eruli, di marcomanni e sopratutto di sarmati trasportati dagl’imperatori nell’Italia. S’oppose a tale incorporazione Teodorico degli Amali, che Zenone Augusto fe’ lieto della nostra penisola purché ne discacciasse gli eruli; e que’ discacciolli, e mise a morte il re, del quale imitò gli utili accorgimenti, lasciando le proprie leggi ed i lor magistrati a’ romani, ma non volle imitarlo nel concedere ad essi l’armi romane, avendo ristretto fra’ soli goti la cura di trattar la spada in difesa del nuovo regno. Ciò tenne sempre segregate le due genti, che che facesse poscia Teodorico, pubblicando il corpo di leggi da lui date ad entrambe; né mai cessò il goto di vantarsi per l’esercizio dell’armi d’essere piú nobile assai del romano.

16. Al pari dell’erulo, il visigoto non cadde nell’errore di rapir le armi a’ romani delle Gallie. Quanto piú Teodorico vinceva, or sul Danubio ed ora sul Rodano, tanto piú in Italia