Pagina:Troya, Carlo – Del veltro allegorico di Dante e altri saggi storici, 1932 – BEIC 1955469.djvu/178

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patti ed avevano combattuto per l’imperio stesso; caduto il quale non conquistarono propriamente i paesi ove giá stanziavano da lungo tempo, ma ne presero la vacante signoria; e spesso in nome degli Augusti greci d’Oriente, onorandosi di fregiarsi delle dignitá dell’imperio cessato. Nello stesso anno 643 o nel precedente Rotari distruggeva la Liguria ed uccideva i romani sul Panaro: avrebbe mai proposto nel suo editto di ricostruire nel regno longobardo e Roma e Ravenna, concedendo ai vinti la cittadinanza ed il diritto dei romani? E la Liguria corsa da lui e disertata ebbe anch’ella dritto romano? Ad Oderzo, che anche distrusse (diruit) lasciò il dritto romano? È vero che lasciò alcune terre, che poi da Grimoaldo re furono tolte ai vinti romani di Oderzo: ma o erano terre aldionali o se non furono ciò, avvenne per effetto d’una speciale capitolazione, che salvava le terre dei vinti e non la loro cittá, né la loro cittadinanza: delle quali due cose Paolo non dice che i romani di Oderzo avessero conservato il godimento. E qui mi giova di toccare del suo secondo dubbio, che non è un dubbio ma uno sguardo perspicacissimo della sua mente lucida e profonda. Ella mi chiede con quello se la legge 390 dei gargangi operi una piú vasta distruzione che non sembra operare? Io rispondo, si certamente: tutto l’editto e massimamente la legge 390 distruggono assai pili che non crederebbesi, e non distruggono solo il diritto romano, ma distruggono le leggi e scritte e non iscritte di tutti gli altri popoli germanici, riducendoli tutti ad una sola ed unica denominazione di longobardi e ad una sola patria e ad una legge sola «territoriale», come oggi dicono. Le leggi scritte pei bavari e per gli alemanni da Thierry figlio di Clodoveo, riordinate nel 630 da Dagoberto re tredici soli anni prima dell’editto sparirono; e nondimeno i bavari e le altre tribú germaniche accozzatesi con la tribú longobarda vivevano in separati acquartieramenti fino al tempo di Paolo Diacono. I bavari avevano accompagnato Alboino in Italia: molti altri bavari gargangi vennero con Teodolinda e Gundoaldo duca di Asti: erano dunque il popolo favorito questi bavari, e ben presto divennero sotto Ariberto figlio di Gun-