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24 carlo troya


Salito in rinomanza per illustri amistà, vincitore in battaglia schietta, caro a Beatrice, l’Alighieri non si vantò, come Orazio, né della celere fuga, né dello scudo malamente gittato. Egli arricchì la bella lingua del sì con le canzoni, che dettavagli amore: le ammirarono a gara i piú colti uomini di quel secolo, e fin dal principio cantolle il popolo con le musiche note di Lemmo da Pistoia e di Casella dolcissimo (Purg. II, 112). Altri tenzonarono in versi col giovine autore del nuovo stile (Purg. XXIV, 57). Ma Guido Cavalcanti fu l’amico dell’Alighieri: né piú i loro nomi saranno discompagnati per l’avvenire (1290). Guido gli potè scemare il dolore di aver perduto Beatrice, che passò alle nozze di Simone dei Bardi e tosto fu raggiunta dalla morte (giugno 9). Allora giurò il poeta che avrebbe detto di Beatrice quello che giammai non si disse di donna: questa è la piú antica origine del poema. Poco appresso i Malatesta rientrarono in Rimini, e venne in Firenze per podestá Guido III di Polenta, padre di Bernardino e dell’estinta Francesca; narrano alcuni, Guido essere stato della famiglia degli Onesti. Se ciò è vero, sì come sembra, gli Alighieri di Ferrara ed i Faggiolani (parenti degli Onesti) aveano alcuna benché lontana congiunzione coi Polentani; e non si può dire che Dante medesimo fosse affatto straniero a Francesca. Tenero ancora della sua sventura, ei compatí a Francesca i funesti casi dell’amore; congiunto il proprio dolore a quello del podestá di Firenze.

XII. Arezzo estenuata dai danni di Campaldino, recavasi ai termini estremi: Galasso di Monte Feltro prese a difenderla e vi fu podestá. Nella sua magistratura ei conchiuse una delle meno fragili paci che allor si potesse fra i ghibellini preponderanti e i guelfi giá dissipati un di dal vescovo Guglielmino. E fermò patti onorevoli con Ranieri della Faggiola, non meno che coi suoi figli e fedeli, cioè vassalli (luglio 9): ei fece lo stesso con Cittá di Castello. Così Galasso meritava gli elogi di Dante. In quel tempo erasi dato questi a scrivere la Vita Nuova in onor di Beatrice; pur non ristette dal prendere in