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58 carlo troya


Allora cessò il poeta da quello di segretario. Ritornato a Padova, ove la cura del figlio avealo richiamato, recossi a Verona pieno della fiducia che avesse quivi a godere dell’antico favore quale nei tempi del gran lombardo. Ma l’autoritá dalle mani dell’indolente Alboino era passata nel giovinetto Can Grande, il quale non vagheggiava per anco se non le cose di guerra: e, sia che i tre Scaligeri avessero avuto poco benigno riguardo nell’Alighieri, sia ch’egli avesse oltre il dovere sperato, non tardò Dante a lasciar Verona per ritornare in Lunigiana: se solo, se accompagnato dal figlio, s’ignora. Nel viaggio potè da Mantova divertire a Reggio, nella quale si sa che il ricevè in casa e l’ebbe caro Guido dei Roberti di Castello, cui la schietta sua natura e l’indole ingenua meritarono il nome di semplice lombardo.

XXXII. Grandi novitá in quei giorni aveano turbato Firenze. Ribaldo conte di Carpigna, marito di Chiara degli OnestiFaggiola, fu eletto a capitano del popolo fiorentino: ciò valse molto ad allargare i sospetti contro Corso Donati. Giá gran tempo sinistra fama correva che Uguccione della Faggiola e Corso Donati, ambiziosi amici, eransi accordati nel pensiero di soggiogar la Toscana: Firenze dovrebbe obbedire a costui; all’altro Arezzo coi vicini paesi; chi piú di Ribaldo giovar potrebbe all’iniquo disegno? Queste cose con altre assai gravi dicevano a danno di messer Corso Rosso della Tosa, il suo compagno antico divenutogli ora il piú acerbo inimico, e gli altri neri ai quali era grave fino la menzione del Faggiolano. Ma questi s’infingea di. starne a casa, tranquillamente col fratello Fondazza e col nipote Paolozzo accrescendo il suo stato della terra di Maiolo nei Monte Feltro. Ed ecco: nel 15 settembre 1308 a Remole vicin di Firenze arrivano improvvisi cavalli: appartenevano ad Uguccione. I fiorentini diedero all’armi; Pier della Branca da Gubbio, podestá, chiamò in giudizio Corso Donati; e lui non comparso fra due ore dichiarò pubblico traditore. Il popolo trasse alle case di messer Corso, che virilmente si difese pugnando: infine oppresso dal numero,