Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/117

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Allora la giovane signora, sempre sdraiata nell’ottomana, sporse il piccolo piede stretto negli stivalini altissimi e disse freddamente:

— Cominceremo da questi......

— Lo farò io! — esclamò Lodovico, avvicinandosi di scatto, con un senso di vergogna.

— No, no, permetta, signor conte.

E Natalia, sempre più alterata in volto, s’inginocchiò, e con le mani tremanti si diede a sciogliere i bottoncini neri sulle calze di seta grigia.

Vedendo che Lodovico aveva finalmente trovato gli oggetti desiderati, la giovane cominciò a fare la sua toilette e parve strano a Natalia che ella si svestisse così familiarmente in presenza sua e del conte. Esaurito coll’aiuto d’entrambi il difficile compito Alfonsina s’adagiò in una poltrona e mormorò a fior di labbro:

— Potete andare, per ora. Vi chiamerò più tardi.

— Dite alla contessa che la raggiungeremo subito.

— Grazie Natalia — mormorò quasi involontariamente, Lodovico.

Ella non rispose e s’avviò con passo mal fermo per uscire, ma quando fu sulla soglia le sovvenne che aveva lasciato in camera il vestito da viaggio e gli stivalini da pulire e si volse per prenderli. Il giovane s’era chinato teneramente sulla spalliera del’ seggiolone e già dimentico di lei, stava baciando la sua sposa.

Natalia si sostenne allo stipite, poi fuggì con l’animo straziato.