Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/126

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puerpera, ma da lì a pochi minuti ricomparve, accompagnando i medici che partivano.

— Vuoi vederlo? — egli domandò alla fanciulla.

— No, no, adesso no.

— Non vuoi vederlo? è un bel bambino — diss’egli, non senza orgoglio — andiamo, Natalia, vieni...

Ella lo seguì, macchinalmente, come trasognata.

Nella camera nuziale, color di rosa, stile di transazione, sotto l’elegante padiglioncino, nel suo letto tutto stellato di ricami, giaceva la giovane signora, smorta, sfinita, ma con un insolito sorriso sulle labbra. E accanto, nella culla di seta ròsa, coperta dal velo che Natalia aveva trapunto, il bambino robusto e paffutello dormiva coi pugnini stretti.

Natalia s’avvicinò in punta di piedi, senza proferire una parola, stette un minuto immobile, collo sguardo perduto.

— È troppo buio, non puoi vederlo bene — disse il conte — aspetta, voglio mostrartelo io, — e, resistendo alle fievoli proteste della sposa diffidente, lo sollevò con l’aiuto dell’infermiera, e lo portò presso alla finestra, dietro un paravento. Poi, scostando la pesante cortina, lo porse all’ammirazione della fanciulla.

Natalia si chinò con atto involontario di femminile tenerezza sul fragile corpicciuolo del neonato, lo prese fra le sue braccia, contemplò a lungo la testina rotondetta e un po’ livida ancora, e ve-