Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/131

Da Wikisource.




Ella m’aveva scritto così: «Chissá, forse mi sará concessa la gioia di rivederti presto, forse potrò parlarti finalmente e stringerti al cuore... Il mese venturo ci rechiamo nel Veneto; se mi riesce, io affretterò d’un giorno la partenza da Padova per andare a Venezia sola, col tram e col vaporetto di Fusina. Ti farò sapere la data e l’ora. Attendi mie istruzioni... .

Quante e quante volte io rilessi queste poche, benedette parole e mi strinsi alle labbra, piangendo, il biglietto profumato! con quale ansietà contai le settimane, i giorni, le ore, privandomi di tutto, perfino delle cose più necessarie, onde raggranellare i quattrini occorrenti per un viaggio, forse per un breve soggiorno a Venezia! Colei che mi scriveva, invitandomi a quel ritrovo, era mia madre, mia madre che non avevo mai conosciuto.....


🞻 🞻 🞻


Un sincero e modesto artista che consumava la nobile sua vita sul bulino, aveva protetto la mia