Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/137

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chiere di Torino... Una mattina ella venne segretamente da me, mi disse che aveva confidato tutto a quel signore e ch’egli, impietosito delle sue tristi circostanze, non rinunziava al proposito di sposarla, ma esigeva tuttavia la promessa che non gli parlerebbe mai di te, che tu non appariresti mai nella loro vita comune...

— Ella promise!

— Accettò e promise...

Mi pareva che il mio cuore cadesse nel vuoto, mi pareva che io stesso dovessi sprofondarmi.

Tacemmo a lungo. Finalmente io domandai:

— Vi sono dei figli?

— Un ragazzo e due fanciulle. — La risposta era stata lenta a venire.

Io sentivo un delirio di baci, sentivo le ineffabili dolcezze della mano materna che accarezzava quei legittimi figli ed esclamai:

— Di me dunque non si è mai curata?...

— Ella non avrebbe potuto far nulla per te... era contenta di saperti affidato alle mie cure. Due tre volte all’anno le scrivo per mandarle le tue notizie...

Una mortale tristezza dev’essere apparsa sul mio volto, perchè Gozzoli soggiunse con bontà:

— Mariano, non mostrarti troppo ingiusto nel tuo giudizio... tua madre ha trovato un uomo che le porgeva la mano per riabilitarla, per metterla in una posizione decorosa e sicura... s’ella ha afferrato quella mano soccorrevole con trasporto non

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