Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/289

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Il dottorò stette due tre minuti immobile, contemplando la fanciulla che pareva assorta, perduta nei propri pensieri. Poi, non visto ancora, le si fece d’appresso, la chiamò:

— Signorina Manuela!

Manuela Aparia era difatti una di quelle creature a cui si dà a preferenza e involontariamente il nome di battesimo, e Rose che pur sapeva essere molto cerimonioso in date occasioni, c’era cascato anche lui, cedendo ad un certo istinto arcano dell’animo.

Al vedersi così scoperta in flagrante delitto di romanticismo e proprio da lui, la fanciulla si volse con visibile disgusto:

— Oh dottore... — diss’ella seccamente.

— Non si trattenga fuori a quest’ora, marchesina ! — disse il giovane, correggendosi — è umido il giardino.

— Sta bene, come vuole. Ero venuta a cercare un po’ di sollievo. Laggiù faceva freddo e nelle nostre camere si soffoca.

Ed ecco subito il guardiano che la chiama all’ordine....

Manuela lo guardò con freddezza e mormorò:

— Difatti siamo in un convento di clausura.

— L’igiene, signorina, è la base su cui si fonda ogni cura razionale....

— Io non ho voglia di curarmi.

— Allora mi permetta d’aggiungere che oltre l’indispensabile igiene del corpo a lei va sugge-