Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/295

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grosso libro. Finito ch’ebbe, s’alzò e disse, non senza un’insolita timidezza:

— Ora, se permettesse, signorina, vorrei ascol- tarla...

E, ad onta della visibile ripugnanza di Ma- nuela, egli le esplorò in presenza della madre molto commossa gli organi respiratori e il cuore, posando con grande esitanza la sua robusta testa bionda su quel petto fragile e un po’ ansante di ane- mica, fra le morbide trine che olezzavano di viola.

— È perfettamente sana! — disse egli termi- nando il suo coscienzioso esame. — Non abbiamo che il soffio anemico del cuore...

— Dunque guarirà? — domandò ansiosamente la marchesa.

— Lo spero, anzi me ne tengo quasi certo. Devo tuttavia ripetere che la cura non farà che assecondare le buone intenzioni della signorina... Il migliore, il più efficace nemico di certi mali siamo noi stessi, è il prodigioso elemento di rea- zione che si trova nel nostro spirito...

— La forza di volontà non può vincere la pal- pitazione! — disse Manuela con amarezza.

— Se non dipende da un vizio organico, la palpitazione si lascia dominare anch’essa, io lo credo perchè ne ho fatto l’esperienza — sostenne Rose tranquillamente. — Sono pochi gli ammalati di nervi che abbiano il coraggio di approfittare del farmaco che portano seco, inconsapevolmente; al solo parlarne, i più se ne offendono. Quei pochi,