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— Vengo dal paese. Ma perchè questa domanda?...
— Perchè ho suonato e ho bisogno d’una grande solitudine quando suono.
— Il medico non conterebbe per nulla. Se vogliamo farci un concetto giusto del nostro paziente, è necessario che lo vediamo in tutte le sue fasi.
— In quale fase vuole che mi trovi io, quando sono al pianoforte?...
— Ella è senza dubbio commossa da una grande eccitazione dei nervi e dello spirito e io tengo per fermo che la musica deva nuocere all’estrema sensibilitá del suo temperamento.
— Anche questo, ora! Io non posso fare a meno della musica, ne ho bisogno come dell’aria che respiro...
— E se il rinunziarvi, per il momento, contribuisse alla sua guarigione?
— Guarire?... io non ci penso nemmeno, la morte mi sorride.
— La morte? A vent’anni? Quando ci sta dinanzi tutto un avvenire d’energia e di speranza?
— Io nulla spero e a nulla credo ormai — disse la fanciulla con fierezza.
— Tristi parole sulle sue labbra, signorina. C’è una cosa alla quale dobbiamo credere tutti, anche nel massimo sconforto, e questa è la possibilità di operare il bene. La mancanza d’ogni fede umana è anch’essa una forma dell’egoismo e non delle meno crudeli... Sua madre...