Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/325

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dell’anima la sua salute rifiorirà e lo un desiderio così ardente dì guarirla!...

Mentre diceva così i suoi occhi bruni e perspicaci di pensatore cercarono per la prima volta con tutta la loro intensità lo sguardo abbattuto di Manuela che li sostenne, impassibile, ma con un vago cenno d’assentimento. Ell’era rimasta un minuto pensosa, colla fronte china sul seno un poco ansante. Ad un tratto si scosse e disse:

— Non un cenno di quanto le narrai... nemmeno con me, sa... non troverei forse più la forza di riparlargliene.

Rose si portò la mano al petto.

— Ora devo andare — concluse la fanciulla, alzandosi, ma quando fu in piedi ebbe Un sussulto e vacillò.

— Vuole un appoggio? Non può camminare da sola!

— No, no, dottore, grazie. Mi lasci, sarà meglio... Ci rivedremo più tardi!

Ella porse la sua manina gelida al giovine che s’inchinava e si allontanò con un passo incerto e stanco. Rose la seguì collo sguardo finche disparve in fondo al pergolato, nell’allegrezza luminosa dell’ora meridiana. Era una figurina così gentile col suo leggero vestito bianco seminato di fiorellini lilla e il largo cappello di paglia un po’ sollevato sulla pallida fronte e tutto inghirlandato di astri alpini! Nella sua natura indocile e schiva c’era tanta grazia, tanta inconsapevole seduzione!...