Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/327

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— Oggi, dottore, ho vinto. M’aveva preso il mio solito malessere, ho tentato di dominarlo... tremavo tutta... ho fatto un grande sforzo, ma vi sono riescita! ho voluto!...

Una fiamma divampò sul volto del giovane.

— Vede! — sclamò egli — vede come si può ottenere, quando si vuole? Il primo successo, quello che ci dà il convincimento della nostra forza, è il più difficile: col tempo la lotta si fa sempre meno ardua. Ella ha cominciato bene, Manuela, ella raggiungerà l’indipendenza dello spirito ch’è uno dei migliori elementi di felicità.

— Ah non so, non so!... Sento che il mio pensiero dovrebbe elevarsi ad una grande altezza per avere la pace a cui aspiro.

Era così amabile Manuela in quel momento, dal suo volto un po’ scolorato rifulgeva un sì vivido raggio d’intelligenza, che Rose ne fu rapito.

— Si ricordi che la vittoria sopra sè stesso è uno dei più grandi eroismi! — diss’egli — ed è solo mirando in alto che realmente si vince.

Manuela sorrise. In quella creatura fine e sdegnosa il sorriso aveva un fascino. Rose sperò che si trattenesse un poco ancora con lui, ma la marchesa passava allora allora con Franca villa ed ella s’affrettò di raggiungerli per la passeggiata.

L’indomani era domenica e per la prima volta le signore Aparia, ad esempio degli altri bagnanti, si assentarono dallo stabilimento. Rose le vide partire insieme alla signora Antella, alla quale