Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/352

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— È un ritorno... verso il passato?- — chiese il medico con una certa angoscia.

— No, oh no. Non lo so spiegare nemmen’io. È un’inesplicabile ma straziante sofferenza. Sono fuggita da casa, sono venuta qui sola per domandare conforto alla natura, ma la natura è muta oggi per me e, nelle sue leggi eterne, sembra ridersi della mia fragilità. M’aiuti lei, dottore...

— Oggi — disse egli gravemente — mi sento incapace d’aiutarla perchè ho quasi smarrita la ragione io stesso.

Manuela lo guardò con grande sorpresa.

— C’è qualche cosa che l’affligge? — chiese ella, non senza premura.

— Forse. Non ne parliamo. Sarebbero vani i miei consigli se non li avvalorassi coll’esempio; un minuto di debolezza, Manuela; lo dimentichi! Siamo nati per lottare fino alla morte.

Era così alterato in volto che la fanciulla lo guardò angustiata:

— E proprio un segreto? non posso far nulla per lei?

Rose s’era appoggiato al tronco d’un castagno. Egli non poteva frenare le lagrime e s’era tirato il cappello sugli occhi.

— Un segreto? sì un geloso segreto. Glielo confiderò un giorno, Manuela, non oggi... Vede? è già passato — E rialzando la pallida fronte, sorrise. — Sono presto le cinque, l’ora della sua doccia; mi permette di accompagnarla? è bene