Pagina:Turco - Canzone senza parole.djvu/387

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— Eppure... le sarebbe così facile il comprendere .. io sono un uomo semplice, ho poca rettorica e non conosco che la parola del cuore.. anche il cuore dinanzi a lei ammutolisce, ma io lo sento battere, violentemente...

Enrico Moras s’era fatto pallido; egli schiacciava, con atto convulso, il suo cappello fra le mani.

— Ebbene? — disse Elfrida con un cenno vago di stanchezza e d’impazienza — non riesco ancora a capire....

— Ebbene.... vi sarebbe rimedio a tutto, se ella non sdegnasse, un giorno d’accordarmi la sua mano....

— Io? la mia mano.... a lei?...

Elfrida s’era fatta bianca in volto. Era, nel deserto della sua solitaria vita, la famiglia, il focolare domestico, l’agiatezza che le si offriva, un asilo onorato, tranquillo, sicuro entro le mura dilette e riconquistate della casa paterna. Ma ella non esitò un momento, e solo il volto alterato del giovine, solo i suoi occhi umidi di pianto seppero modificare la formola del rifiuto e alterarne l’istintiva crudezza.

— Le sono riconoscente — mormorò, con voce cupa — ma non posso accettare.

— È un no deciso, assoluto?

— Assoluto. Mi rincresce, signore, ma su questo argomento non ho bisogno di riflettere.

Moras conteneva a mala pena le sue dolorose