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il giornale intimo 921


Poche letture sanno darci un diletto. così profondo come i libri che quest’usanza ci ha lasciati: veri documenti umani d’un valore incalcolabile nel vasto campo della psicologia.

Nessuna ricerca storica, nessuna induzione psicologica può’riprodurre così viva dinanzi allo, sguardo, così palpitante di verità, una: creatura umana scomparsa dalla terra, come il diario nel quale essa ha effuso i suoi più gravi pensieri, al quale ha affidato, senza reticenze vanitose, il mistero del proprio cuore e che è perciò più efficace e più veritiero di qualunque autobiografia.

Le migliori opere di questo genere ch’io conosca ci vengono dalla Francia.

Non voglio alludere all’interessante diario del pittore Eugène Delacroix, nè al mirabile Journal intime d’Amiel, nè ad altri simili lavori destinati forse originariamente alle stampe, che non corrispondono allo scopo da me espresso e che non sono adatti per signorine. Non parlerò nemmeno delle memorie della polacca Marie Bashkirtseff ch’ebbero l’onore di tante edizioni, che sono il riflesso sincero e luminoso d’una forte individualità artistica femminile, ma che non proporrei tuttavia ad esempio.

Citerò piuttosto il giornale della Regina Vittoria il quale, se non può vantare un. grande valore letterario; rimane pur. sempre un bel monuniento dellamor conjugale, e tanto più edificante perchè venuto da ‘ quelle alte sfere sociali ove, in massima, i severi affetti della famiglia sono una dolcezza proibita; il Journal de Marie Edmée, quello d’Eugénie de Guérin; un vero modello, e il Manuscrit de ma Mère pubblicato dal Lamartine, del quale egli scriveva: — “C’était l’histoire domestique de la journée, les annales de l’heure, le souvenir fugitif des heures et des im- pressions, saisi au vol et arrété dans sa course avant que la nuit l’eut fait envoler; les dates heureuses ou tristes, les évenements intérieurs, les épanchements d’inquiétude, les élans è Dieu; toutesles notes sensibles d’une nature qui vit, qui aime, qui jouit, qui souffre, qui. bénit qui in- voque, qui adore, une ame écrite enfin!.„

Felice colui che possiede un tale ricordo della. madre perduta, che può rivivere tutto il passato in questa dolce comunione di rimembranze colla sua anima!

Il libro che raggiunse più efficacemente lo scopo d’insegnare mediante il documento umano è senza dubbio: “Le Récit d’une Soeur„ della signora Augustus Craven nata de la Ferronays, alla quale i giornali bellissimi e le lettere di alcuni parenti, tutti o quasi tutti rapiti alla sua svi- scerata tenerezza da una morte prematura, permisero. di ricostruire la commovente storia intima d’una famiglia. È triste questo libro, triste assai, ma è vero, d’una straziante e salubre verità; quando siamo giunti alle ultime pagine di esso, pur avendo sofferto colle amabili creature che ne sono le protagoniste, sentiamo che dai loro dolori e dalle virtù colle quali li sopportarono, da quell’intensità di nobili affetti sopravviventi nella pietà, ci è derivato un po’ più di coraggio a soffrire e a lot-