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la fanciulla straniera 35


forestieri, già annottava, e un senso di molle, soddisfatta stanchezza pareva scendere sulla gente, dopo le lunghe, deliziose escursioni. I fiori delicati che la fanciulla portava in mano, avvizzendosi, esalavano un acre profumo.

— Oggi tu hai sempre cercato la solitudine, Aennchen, — disse il giovane con la consueta, profonda tenerezza nella voce, mentre guardavano insieme, dal finestrino, nel buio crescente.

— E vero, mi trovavo un po’ sperduta.

— E io ho tanto sofferto di non poter dividere, come al solito, il tuo entusiasmo; mi sono sentito solo anch’io, perchè costretto da obblighi sociali a starmene lontano da te... Il caso mi consente almeno questi brevi istanti...

— Grazie, Decio.

— Com’è acuto l’olezzo di quei tuoi fiori!

— Vuoi? — diss’ella, porgendogli un ramoscello di timo — gli altri sono già avvizziti, tutto passa...

— Non tutto, Anna! — rispose il giovane, chiudendo con gran cura l’erba odorosa nel suo portafogli.

Poi continuò a parlare piano con lei delle cose vedute, con una foga repressa, che tradiva un imperioso bisogno di quella effusione. Di quando in quando, anche egli la cercava nella penombra, con uno sguardo penetrante, e Anna sentiva degl’impeti d’ebbrezza come se dovesse svenire.

Quella sera stessa i due giovani si trovarono un minuto affatto soli, nel salotto di donna Ortensia. A un tratto, Decio prese le mani della fanciulla e le disse piano come un soffio, ma con ardore veemente:

— Anna, Anna! quanto ho sentito d’amarti!

Ella arrossì, poi si fece smorta smorta, e più delle sue vaghe parole rispose quel grande pallore di passione.

Donna Ortensia, rientrando li vide coi volti trasfigurati, e come Malvina le aveva riferite le più favorevoli notizie sul contegno di Decio, provò per quella sorpresa penosa un nuovo, inaspettato allarme. Ma, pur pensando ch’era giunto il tempo di agire, seppe dissimulare al momento le sue angustie, e solo il giorno seguente si procurò l’occasione di stare mezz’ora a tu per tu con Anna e di riparlarle della gita e di Simonetta.

— È molto bella — disse Anna sinceramente — e la sua bellezza s’illumina con la bontà.

— Mi compiaccio di questi tuoi apprezzamenti, perchè... hai mai inteso dir nulla?