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956 salvatrice


La prima sera, sulla riva, una voce dinanzi a me, nella folla, mi fece sussultare.

Era la voce di mia madre. Ella passeggiava tranquillamente in mezzo al suol figli, dando il braccio a uno di loro. Io li seguiì alcun tempo, ® qualche distanza, non visto, nell’ombra, poi dovetti fuggire.

L’indomane nel pomeriggio, al pontone della Cà d’oro essì salirono tutti sul vaporetto col quale io tornavo dalla stazione.

Le panche erano occupate e 10 cedetti il posto a mia madre, come uno sconosciuto qualunque. Ell’aveva arrossito nel vedermi, io con uno sguardo l’avevo rassicurata. Non so come io reggessi alla vista di quegli stranieri che pur erano miei fratelli, di quella donna che pur era mia madre, come sopportassi, 10 orfano rejetto, la visione per me straziante di quella famiglia! Mia madre taceva temendo forse che mi tradissi. Ma 10 volli crudelmente rimanere fino all’ultimo, e saziarmene lo sguardo, volli udire le loro voci commiste e vedere i loro reciproci sorrisi e leggere loro in faccia la baldanza della felicità. Così, risalimmo insieme il glorioso Canal grande le cui acque riflettevano un giorno dalle facciate degli storici edifizii gli affreschi del Tiziano e del Giorgione, che in quel sereno pomeriggio rispecchiavano ancor sempre una magla di forme e di colore. Io vedevo tutto a traverso un velo e la mia anima era *torbida e sconsolata.

i:

CAM Più tardi, alla posta, trovai una lettera in cui la mamma mi esortava a recarmi il giorno appresso, alle nove del mattino, in piazza dei Santi Giovanni e Paolo ove mi avrebbe senza fallo raggiunto.

Aspettavo da più d’un’ora, con un senso d’inesprimibile desiderio, quand’ella comparve col suo passo cadenzato e sicuro.

La sua figura era così snella, così elegante e giovanile da sembrare quella d’una fanciulla.

Pla venne dritta verso di me, senza mostrare alcun imbarazzo-e stendendomi la mano disse subito:

— Sarà meglio che prendiamo una gondola, Mariano.

Per fortuna ne trovai una nel canale vicino. Ella vi discese, chiuse senz’altro le tende del felze e, come si trattasse del convegno furtivo di due innamorati, il barcaiuolo sorrise, facendomi impallidire di sdegno.

— ‘Chissa perlchiltei prendono! disse mia madre tranquillamente, mentre io già soffrivo che quel leggiero profumo d’apparente avventura romantica alitasse intorno a lei.

Il gondoliere aveva l’ordine di fare un giro in città e ritornare al punto di partenza e la barca leggiera scivolava, scivolava sulle luride acque fra le alte muraglie dei palazzi silenziosi. Ella stava seduta accanto a me e una voce lontana come un tenero ricordo d’infanzia, una invincibile brama di fanciullo mi spingeva ancora follemente fra le materne braccia, avido delle sospirate carezze;sentivo un bisogno di attrarre la sua testina sul mio petto anelante di sfogare tutta la piena di quel figliale trasporto: un nuovo impeto di gioia aveva cancellato dal mio pensiero ogni dubbio, ogni triste esitanza. Ma un rispetto profondo mi frenava nella tema ch’ella dovesse farsi meraviglia di quell’appassionato amore di figlio, forse a lei ignoto, e quasi sottrarsi alla mia esuberante tenerezza, e null’altro osando, le coprivo di baci le piccole mani guantate di bianco, e la chiamavo, senza fine, con quel dolce nome che la mia solitaria giovinezza aveva ignorato.

Ella taceva sorridendo. Finalmente ritrasse le sue mani e accomodandosi, quasi inconsciamente le trine delle maniche, disse con bonarietà:

— Tu sei molto impetuoso Mariano:

in tutte le cose ci vuole moderazione...

— Mamma, mamma! come può dirmi così..... ella non sa, ella non conosce i desiderii, i sospiri, i singulti della mia vita travagliata, ella non sa quanto io abbia lamentato e sofferto e pianto. E ora che quest’unico momento mi è concesso, perchè, perchè non devo poter esprimere tutto quello che ho dentro qui nel cuore, che mi tortura, che mì soffoca.....- Non sono io dunque nulla per lei? non sono come gli altri la creatura delle sue vi scere e del suo sangue? Che cosa domando io se non la briciola che cade dalla mensa, se non una piccola parte di sentimento in tanta dovizia di affetti e di contentezza?

— Calmati, càlmati, Mariano, te ne scongiuro! diceva ella con una certa imquietudine, quello ch’è avvenuto non può mutare, lo sai. Ciò non toglie che ti voglia molto bene..... credo anche avertelo dimostrato.....

in questo momento istesso te lo dimostro.....