Pagina:Uccellare col roccolo.djvu/21

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penne sù ’l collo, e petto gocciolate. Alcuni de nostri Uccellatori col fischio della bocca consonano al canto naturale di tutti gl’augelli cantori.

Assestate quelle cose, cioè piantato con tal ordine il Roccolo, ed in Settembre potato ne suoi virgulti, e rimessiticci rasi, e pareggiati dentro, e fuori, distese a fianchi le Passate, stirata, e ben fermata la rete, appannate con diligenza le maglie, collocata la Civetta entro alla sua occulta frasconaja con i chiocciatori a lei sottomessi in gabbie rotonde composte di gretole, che sono i vimini, co’ quali sono tessute; disposte, ed appese le altre de Tordi cantanti, e zippatori alle pianticelle dell’interiore boschetto, tolto ogni spauracchio, e sbarrate le viottole per impedire il trapasso delle Mandre, che pasturando intorno alle volte foracchiano, e sbrandellano le reti, l’Uccellatore avanti l’aurora, ò al primo albore salito all’alta vedetta col suono del zufolo risvegliando i Tordi, indi scuotendo la Civetta per fare, che gl’ingabbiati chioccino accompagnati dal zirlo, zippo detto da noi, de gl’altri Tordi cantori, dà principio all’uccellagione di quella giornata. Quando poi sparge il Sole i luminosi suoi raggi egli espone, ed appicca alli arbuscelli interiori del Roccolo l’altre gabbie de Fringuelli, e d’altri uccelli in bella, e vaga mischia ordinate, quali alternano la loro armonia, perche avanti la levata del Sole aspersi di rugiada per-


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