Pagina:Uccellare col roccolo.djvu/5

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DISCRIZIONE.


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Rà le molte maniere ritrovate dal genio d’uccellare la più usata in Bergomo è quella del Roccolo, esercitata con tale vogliosa cura, che non solo ne monti, e piano del Contado si è distesa, mà ne Borghi, e sobborghi, ed entro la Città stessa vedonsi Roccoli piantati a passatempo come necessario a nostri abitatori per godere l’amenità dell’Autunno, e per divertire l’ozio Villereccio. Era tempo, in cui a Massaj de poderi s’imponeva da Padroni l’incarico di stare pronti, ed avveduti a discacciare co’ spaurachj dalle vigne gli Tordi, che loro infettavano l’uve, come si legge nelle antiche scritture coloniche, ed ora è fatto impegno di sollazzo l’invitargli con arte insidiosa per farne preda. Sono stati in questa parte poco accorti gli nostri Antichi, che non seppero approfittarsi di tale diletto, ed insieme utilità, come hanno fatto gli più moderni Avoli, che s’applicarono a questa piacevole invenzione, quale non và disgiunta dall’onestà, dal gusto, dall’iconomia. Circa cento cinquant’anni si contano, che in Bergomo si rinvenne questa foggia d’uccellare, mà resta incognito il di lei primo Autore. Pure cred’io, che, essendo facile l’aggiu-


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