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214 discorso sul testo del poema di dante.
biamo veduto poc’ anzi nell’ altrui versione 1. - « Dante dopo » essere stato per qualche tempo assai caro e gradito a Cane » della Scala, al quale il Petrarca concede onorevol nome di » sollievo e ricovero comune degli afflitti, - Dante cominciò » a spiacergli, perciocché un giorno, fra le altre cose, essendo " ivi un buffone co’ suoi gesti e discorsi liberi e osceni » moveva a riso la brigata, e parendo che Dante ne avesse » sdegno, Cane, dopo averne dette gran lodi, chiese al Poeta " onde avvenisse che colui fosse amato da tutti, il che non " poteva ei dire di sé medesimo ; a cui Dante : Tu non ne » stupiresti, rispose, se ti ricordassi che la somiglianza de’ co- » stumi suole stringer gli animi in amicizia: » - e lo storico ne ricava: — « che questa mordacità di parlare fu cagione per » avventura che Dante non potesse avere in alcun luogo sta- » bil dimora 2. » — Men accorto e più veemente propugnatore dell’ autorità del Petrarca, e di quel racconto, usci in campo il dottissimo inglese. Bensì a’ panegirici de’ quali il Petrarca e lo storico adornano il Signor di Verona, il nuovo commen- tatore sostituisce: « Può egli mai credersi che Dante abbia » sino da’ primi versi del suo Poema adulato un bambino ? » Non lo conobbe in Verona, se non nella sua puerizia , e al- » lora vi fu insultato villanamente ; ma non lo rivide più, da » poi che salito in possanza visse despota dissipatissimo fra » buffoni, frivolità e baccanali 3. » - De’ fondamenti di questa cronologia s’è già detto 4. -
LXXIII. Qui noto ad uso dell’ arte critica, come due scrit- tori, pur difendendo a causa comune la fede d’ un medesimo testimonio, guardano un altro individuo con occhi al tutto diversi. Lo storico era italiano, e Gesuita, e bibliotecario d’un principino, e promotore della dottrina dell’ obbedienza pas- siva, e convinto nella sua coscienza che se tu togli accademie stipendj, e favore di mecenati, tu non trovi letteratura II commentatore è nato, educato inglese, e per avventura di parte poco divota alla Santa Alleanza ; né può indursi a pen- sare che il capitano de’ Ghibellini, armato ad opprimere le città popolari, non fosse tiranno ; e che un Poeta di sì alto cuore, ne sapesse calpestare la sua fortuna, e scuotere la polvere de’ suoi piedi in faccia all’ospite che per la narrazione memorabile del Petrarca 1’ aveva onorato di villanie; - e che non siano abbietti gli scrittori italiani i quali argomentandosi di far credere che Dante si riconciliasse dopo l’ insulto, lo diffamano per giustificare la prostituzione d’ anima de’ lette- rati moderni : per inculcare esempi di adulazione vilissima a’ principini ; per adulare con « pseudopatriotismo » - ricopio
1 Qui dietro, sez. LXVI.
2 Storia dell’ llaliana Lellemlum, voi. V, pa?. 27.
3 Commenl on the Divine Comedy, pag. 46, 47, 51, 462.
4 Vedi addietro, sez. XX.
DISCORSO