Pagina:Una famiglia di topi.djvu/188

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capitolo nono. 179

l’orlo d’un vassoio caldo; ma divorava lo stesso, come un affamato, un pezzo di carne grassa: la Caciotta e Ragù mangiavano senza troppa delicatezza, ma anche senz’avidità, da sorci che, pur avendo conosciuto il sapore del pan secco, non si buttavano, come pazzi, su le cose buone. Dodò pigliava i suoi bocconi, serio e grazioso, dal piatto stesso del conte e della contessa, ammirato e lodato, non soltanto dalla Rita e da Nello, ma da tutte le persone che capitavano in casa. Bellino s’impinzava senza preferenza di sorta, e senza che nessuno scegliesse per lui quel che meglio gli conveniva: tanto, a lui bastava di empirsi la pancia. Aveva inteso più d’una volta la contessa dire a’ suoi figliuoli:

― Carini miei, si deve mangiar per vivere e non vivere per mangiare. ― Ma egli non capiva nulla, nè di cibi, nè di sentenze; per ciò badava a buttar giù quanto più poteva, senza darsi altro pensiero.