Pagina:Una famiglia di topi.djvu/36

Da Wikisource.

capitolo secondo. 27

sua volta, perch’era anche una gran buona topina:

― Anche tu, mio Ragù, sei bello. I tuoi occhietti spiccano in mezzo a quel cappuccino bruno come due brillanti neri. Anche tu, appena guarito, sarai tutto lavato e profumato come me. Ormai abbiamo trovato dei padroncini che ci colmano di buone grazie, e che s’ingegnano di farci dimenticare tutte le pene sofferte nella nostra vita da zingari. ―

Ragù, rassicurato su l’avvenire, dichiarò, volgendo qua e là la testina con gli occhi lucenti che piacevano tanto a Caciotta:

― Adesso, se avremo dei figli, non ci metterà più paura l’idea che i nostri piccini facciano una vita di stenti, di punzecchiature e e di fame!... ―

Caciotta accostava allo sposo il musetto col naso mobile, tutto roseo in mezzo alla raggiera dei lunghi baffi (tra’ topi, curiosa! hanno i baffi anche le femmine), e già so-