Pagina:Una sfida al Polo.djvu/178

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172 capitolo xiii.


— Dite, Walter.

— Aprire la via all’automobile, perchè possa prendere lo slancio. La neve si è accumulata in abbondanza intorno alla nostra bestia, come la chiamano quei luridi mangiatori di grascia.

— Mi pare che voi abbiate dato un buon consiglio. Andate a prendere le pale, mentre io sorveglio le capanne ed i loro abitanti. —

Lo studente non si fece ripetere l’ordine due volte.

Un mezzo minuto dopo i due esploratori lavoravano accanitamente per aprire il passo al treno, perchè potesse prendere, al momento opportuno, il suo slancio.

Avevano già scavato un largo solco, lungo una ventina di metri, quando gli esquimesi tornarono a mostrarsi.

Parevano in preda ad un folle furore. Urlavano come lupi arrabbiati, si dimenavano come ossessi e scagliavano freccie in tutte le direzioni per provare forse la portata dei loro archi.

— Pare impossibile come della gente che vive sempre in mezzo ai grandi freddi, possa prendere fuoco in questo modo, — disse lo studente. — Che l’olio di balena abbia la proprietà di ubbriacare questi mangiatori di foche? Ne faro l’esperimento anch’io se ci verranno meno le bottiglie di gin e di wisky. —

Il signor di Montcalm, vedendoli dirigersi risolutamente verso l’automobile, si era fatto innanzi col fucile imbracciato, gridando.

— Indietro, miserabili, o noi vi stermineremo tutti!... Mettete subito in libertà l’uomo bianco, canaglie!...

— Arrendetevi!... — gridò una voce. — Vogliamo la bestia che divora gli orsi bianchi.

— Sì, vieni a prenderla, poltrone, — disse lo studente. — Signor Gastone, cerchiamo di mandare all’altro mondo quel briccone di Karaliko.

È lui che ha parlato.