Pagina:Una sfida al Polo.djvu/265

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la caccia al treno 259


Una sesta, poi una settima detonazione si propagarono fra la nebbia, la quale, contrariamente a quello che si crede, è una eccellente conduttrice dei suoni.

— Accada ciò che si vuole, io risponderò, — disse. — Se i buoi maledetti mi daranno la caccia tanto peggio per me.

Dopo tutto sono il campione della corsa delle cento yarde e per qualche motivo mi sono guadagnato quel grado. —

Alzò risolutamente uno dei due mauser e sparò, uno dietro l’altro, due colpi.

L’eco si era appena spenta quando altri due colpi risposero e questa volta non erano di rivoltella. Il canadese doveva essersi provveduto di qualche altro mauser essendovene parecchi nel carrozzone.

— Ora a me, garretti!... — gridò lo studente. — In marcia! —

Stava per slanciarsi a corsa sfrenata, quando udì dietro di sè un galoppo furioso.

— Fulmini!... — esclamò. — I buoi mi danno la caccia!... Via, Walter mio, se vuoi salvarti le tue budella. —

Si era messo a correre a tutta lena, spiccando di quando in quando dei grandi salti, spronato da un fragore di zoccoli che risuonavano vicinissimi a lui.

Dall’automobile il canadese o l’ex-baleniere continuavano a sparare ad intervalli di mezzo minuto.

Lo studente però, avvolto da quel gelido sudario, si trovava immensamente imbarazzato a mantenere una esatta direzione, anche perchè il vento spostava il rimbombo dei colpi.

Nondimeno non cessava di correre, raccomandandosi ai suoi garretti, fortunatamente robustissimi.

Diamine!... Si era ben allenato sulla pista di Cambridge prima di misurarsi coi corridori d’Oxford.

Correva come il vento, colle braccia tese innanzi per prevenire una disastrosa caduta, la bocca ben chiusa e le nari in-