Pagina:Una sfida al Polo.djvu/29

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una partita di “boxe„ 23

— A noi, dragoni!... — urlano i disgraziati che gocciolano come se fossero stati appena tratti da delle vasche piene di gin, di brandy, di wisky e di coktail.

Un odore acutissimo di alcool si spande dovunque e pare che ubbriachi di colpo la folla, poichè invece di dare indietro si caccia animosamente innanzi, prende d’assalto i tre automobili e li rovescia l’uno accanto all’altro, improvvisando una formidabile barricata tutt’altro che facile ad espugnarsi.

I due squadroni, che hanno udito le grida d’aiuto dei policemen, giungono ventre a terra. I cavalleggieri, rossi di collera, fanno descrivere alle loro sciabole dei molinelli minacciosi, ma sono costretti a rompere bruscamente la furiosa carica dinanzi ai tre automobili che ingombrano l’entrata del turf.

— Piede a terra!... — comandano i due capitani che li guidano.

I soldati non hanno nemmeno il tempo di lasciare le selle che una tempesta di bottiglie li scompagina. Sono le ultime, poichè ormai i bars sono stati completamente vuotati, però la tempesta è tale che i cavalli, spaventati, s’impennano, tirando calci in tutte le direzioni.

Dei dragoni sono sbalzati violentemente al suolo e si rotolano sotto le zampe degli animali, facendosi schiacciare gli elmi.

Ne rimangono ancora però molti in sella e da abili cavalieri tentano, aizzati dai loro ufficiali, di superare la barricata. Che diamine!... Montano dei cavalli di razza e sopratutto di razza inglese.

Ad un tratto però le povere bestie che puzzano di liquori, indietreggiano, poi si sbandano, malgrado i colpi di sperone dei cavalieri.

Delle detonazioni echeggiano e delle fiammate altissime si alzano dinanzi a loro. I serbatoi di benzina degli automobili sono scoppiati e le magnifiche macchine ardono rapidamente.