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un duello all’americana | 39 |
— Buone armi, — disse il canadese, affettando una certa calma. — Queste sono ottime per la caccia dei caribon: un buon colpo nella spalla e si è sicuri di raggiungere il cuore.
— Ed anche per spaccare la spina dorsale ai nostri giganteschi bisonti del Far-West, — disse mister Torpon, il quale non voleva tenersi indietro.
Fra i quattro uomini regnò un breve silenzio, poi il signor di Montcalm, il quale aveva prontamente riacquistato il suo sangue freddo e tutta la sua audacia, riprese:
— Mister Torpon, lascio a voi la scelta dell’arma. Quale preferite, quantunque mi sembrino perfettamente eguali?
— V’ingannate, signor di Montcalm, — disse il yankee, — perchè sul manico d’uno vedo impresse tre stelle mentre sull’altro non ve ne sono che due e può essere quella protettrice che manca.
— Ah!... Il superstizioso!...
— La sorte, — dissero i due partners.
— Sia, — risposero ad una voce i due rivali.
Il maestro di boxe dell’americano chiuse nel pugno un cent, mise le braccia dietro il dorso facendole girare più volte, poi le tese innanzi ai due rivali dicendo:
— Il pugno pieno per le tre stelle, il vuoto per le due. Il pieno per la porta di destra l’altro per quella di sinistra. —
La sorte fu favorevole al yankee, il quale parve assai lieto d’aver guadagnato una stella di più.
— Gentlemen, — disse allora il partner, con voce grave. — Siete pronti?
— Sì, — risposero all’unisono il yankee ed il canadese.
— Voi non entrerete in questa sala se non dopo trascorsi cinque minuti.
— Benissimo.