Pagina:Una sfida al Polo.djvu/74

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68 capitolo vi.

boli il canadese, dopo d’aver risposto al saluto toccandosi lievemente la visiera del berretto da automobilista. — Spicciatevi, perchè veramente ho fretta.

— Ho letto l’annuncio da voi fatto pubblicare sui giornali della città, — rispose il giovanotto.

— Ah!... Benissimo, — disse il signor di Montcalm, facendogli cenno di sedere ed osservandolo con vivo interesse. — Voi vorreste venire con me al Polo nord.

Siete inglese, se non m’inganno.

— Sì, gentleman.

— Qual’è il vostro mestiere?

— Non ne ho alcuno, signore, — rispose candidamente il giovanotto, poichè ho lasciato l’Università di Cambridge solamente tre mesi or sono e senza avere ottenuto nessuna laurea per colpa dello sport.

— Dello sport? Spiegatevi meglio signor....

— Walter Graham.

— Siete ben piantato, giovanotto mio, e confesso che mi interessate. Dunque avete detto che lo sport....

— Mi ha rovinato, signor di Montcalm. Che cosa volete? Si studia ora poco nelle Università di Cambridge e di Oxford, e tutto per colpa dello sport, il quale minaccia seriamente di soppiantare i libri e di mandare all’aria il pane della scienza.

— Che cosa s’insegnano di più in quelle due celebri Università, dunque?

— A coprire il più presto possibile la corsa delle cento yarde, del mezzo miglio, del miglio e delle tre miglia; che io ho battute, unico fra tutti, in 54 minuti e 53 secondi al Queen’s Club, nella classica pista di Baron’s Court, che si trova all’ovest di Londra, alla presenza di cinquantamila persone fra ladies e gentlemen, strappando la vittoria al campione di Oxford. Assistevano perfino il principino Alberto di Galles, il vescovo,