Pagina:Vannicola - De profundis clamavi ad te, 1905.djvu/113

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Ribellandosi a Leone X, all’allievo di Poziano, all’amico di Raffaello, al filosofo greco coronato del triregno, Lutero si ribellava al segno sensibile, al culto esteriore, all’arte religiosa. Egli pensava che lo spiritualismo si sarebbe rilevato vietando al sensualismo di servire all’adorazione.

Ma invece di ingrandire come adorazione, lo spiritualismo ingrandì e si fece gigante come negazione, e non si soddisfece se non delle rovine che aveva causate nel Tempio di Dio.

S’illuse di potersi sollevare su queste rovine, di potersi sollevare sul mondo della pura spiritualità, e cadde invece nel sensualismo piú basso e, dopo di aver voluto negare la materia ne divenne lo schiavo.

Fuggito dal focolare sacro della tenda cenobitica, Lutero si riposa al fianco di Caterina Bore, i piedi allungati verso un focolare domestico.

E d’allora, nella breccia che lo spiritualismo aveva aperta nell’edificio della Chiesa, si precipita il sensualismo con tutto il suo