Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/135

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ire in Ispagna, di figure non molto grandi, e la condusse con tanta diligenza, che pare cosa strana a vedere che un vecchio di quell’età avesse tanta pazienza in fare una sì fatta opera, per l’amore che all’arte portava. Ne’ portelli del detto tabernacolo, per mostrare le tenebre che furono nella morte del Salvatore, fece una Notte in campo nero ritratta da quella che è nella sagrestia di San Lorenzo, di mano di Michelagnolo. Ma perché non ha quella statua altro segno che un barbagianni, Giuliano, scherzando intorno alla sua pittura della Notte con l’invenzione de’ suoi concetti, vi fece un frugnuolo da uccellare a tordi la notte, con la lanterna, un pentolino di quei che si portano la notte con una candela o moccolo, con altre cose simili e che hanno che fare con le tenebre e col buio, come dire berrettini, cuffie, guanciali e pipistregli. Onde il Buonarruoto quando vide quest’opera ebbe a smascellare delle risa, considerando con che strani capricci aveva il Bugiardino arricchita la sua Notte. Finalmente essendo sempre stato Giuliano un uomo così fatto, d’età d’anni settantacinque si morì e fu seppellito nella chiesa di San Marco di Firenze l’anno 1556. Raccondando una volta Giuliano al Bronzino d’avere veduta una bellissima donna, poi che l’ebbe infinitamente lodata, disse il Bronzino: "Conoscetela voi?". "Non", rispose "ma è bellissima; fate conto ch’ella sia una pittura di mia mano, e basta."

IL FINE DELLA VITA DI GIULIANO BUGIARDINI, PITTORE