Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/183

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a torno, cioè Profeti et Apostoli, che in questa anco si cognosce in quanto mirabile ingegno fusse, perché l’opera fu giudicata bellissima. Fecevi anco la storia dello Spirito Santo per Messer Francesco Lombardi, medico, che fu l’anno 1512 ed egli la finì, et altre opere per la Romagna, delle quali ne riportò onore e premio. Essendo poi ritornato il Duca nello stato, se ne tornò anco Girolamo e da esso fu trattenuto ed adoperato per architetto e nel restaurare un palazzo vecchio e farli giunta d’altra torre nel monte dell’Imperiale sopra Pesaro. Il qual palazzo per ordine e disegno del Genga fu ornato di pittura d’istorie e fatti del Duca, da Francesco da Forlì, da Raffael dal Borgo, pittori di buona fama, e da Cammillo Mantovano, in far paesi e verdure rarissimo, e fra li altri vi lavorò anco Bronzino fiorentino giovinetto, come si è detto nella vita del Puntormo. Essendovi anco condotti i Dossi ferraresi, fu allogata loro una stanza a dipignere; ma perché finita che l’ebbero non piacque al Duca, fu gittata a terra e fatta rifare dalli sopra nominati. Fecevi poi la torre alta 120 piedi con 13 scale di legno da salirvi sopra, accomodate tanto bene e nascoste nelle mura che si ritirano di solaro in solaro agevolmente, il che rende quella torre fortissima e maravigliosa. Venendo poi voglia al Duca di voler fortificare Pesaro et avendo fatto chiamare Pierfrancesco da Viterbo, architetto molto eccellente, nelle dispute che si facevano sopra la fortificazione, sempre Girolamo v’intervenne et il suo discorso e parere fu tenuto buono e pieno di giudizio. Onde, se m’è lecito così dire, il disegno di quella fortezza fu più di Girolamo che d’alcun altro, se bene questa sorte di architettura da lui fu sempre stimata poco, parendoli di poco pregio e dignità. Vedendo dunque il Duca di aver un così raro ingegno, deliberò di fare al detto luogo dell’Imperiale vicino al palazzo vecchio un altro palazzo nuovo, e così fece quello che oggi vi si vede, che per esser fabrica bellissima e bene intesa, piena di camere, di colonnati e di cortili, di logge, di fontane e di amenissimi giardini, da quella banda non passano prencipi che non la vadino a vedere; onde meritò che papa Paulo Terzo, andando a Bologna con tutta la sua corte, l’andasse a vedere e ne restasse pienamente sodisfatto. Col disegno del medesimo il Duca fece restaurare la corte di Pesaro et il Barchetto facendovi dentro una casa che, rappresentando una ruina, è cosa molto bella a vedere; e fra le altre cose vi è una scala, simile a quella di Belvedere di Roma, che è bellissima. Mediante [lui] fece restaurare la rocca di Gradara e la corte di Castel Durante in modo che tutto quello che vi è di buono venne da questo mirabile ingegno. Fece similmente il corridore della corte d’Urbino, sopra il giardino, et un altro cortile ricinse da una banda con pietre traforate con molta diligenza. Fu anco cominciato col disegno di costui il convento de’ Zoccolanti a Monte Baroccio e Santa Maria delle Grazie a Senigaglia, che poi restarono imperfette per la morte del Duca. Fu ne’ medesimi tempi con suo onore ordine e disegno cominciato il Vescovado di Sinigaglia, che se ne vede anco il modello fatto da lui. Fece anco alcune opere di scultura e figure tonde di terra e di cera, che sono in casa de’ nipoti in Urbino, assai bene. All’Imperiale fece alcuni Angeli di terra, i quali fece poi gettar di gesso e mettergli sopra le porte delle stanze lavorate di stucco nel palazzo nuovo, che sono molto belli. Fece al vescovo di Sinigaglia alcune bizzarrie di vasi di cera da bere per farli