Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/397

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sia, trema e teme ogni terribile spirito sia quanto si voglia carico di disegno. E mentre che si guardano le fatiche dell’opera sua, i sensi si stordiscono solo a pensare che cosa possono essere le altre pitture fatte e che si faranno, poste a tal paragone. Età veramente felice chiamar si puote e felicità della memoria di chi ha visto veramente stupenda maraviglia del secol nostro! Beatissimo e fortunatissimo Paulo Terzo, poiché Dio consentì che sotto la protezione sua si ripari il vanto che daranno alla memoria sua e di te le penne degli scrittori! Quanto acquistano i meriti tuoi per le sue virtù? Certo fato bonissimo hanno a questo secolo nel suo nascere gli artefici, da che hanno veduto squarciato il velo delle dificultà di quello che si può fare et imaginare nelle pitture e sculture et architetture fatte da lui. Penò a condurre questa opera otto anni e la scoperse l’anno 1541 (credo io) il giorno di Natale con stupore e maraviglia di tutta Roma, anzi di tutto il mondo, et io che quell’anno andai a Roma per vederla, che ero a Vinezia, ne rimasi stupito. Aveva papa Paulo fatto fabricare, come s’è detto in Antonio da San Gallo, al medesimo piano una cappella chiamata la Paulina a imitazione di quella di Niccola V, nella quale deliberò che Michelagnolo vi facessi due storie grandi in dua quadroni: che in una fece la conversione di San Paulo con Gesù Cristo in aria e moltitudine di Angeli ignudi con bellissimi moti, e di sotto l’essere sul piano di terra cascato stordito e spaventato Paulo da cavallo con i suoi soldati attorno, chi attento a sollevarlo, altri storditi dalla voce e splendore di Cristo in varie e belle attitudini e movenzie amirati e spaventati si fuggano, et il cavallo che fugendo par che dalla velocità del corso ne meni via chi cerca ritenerlo, e tutta questa storia è condotta con arte e disegno straordinario. Nell’altra è la crocifissione di San Piero, il quale è confitto ignudo sopra la croce, che è una figura rara; mostrando i crocifissori, mentre hanno fatto in terra una buca, volere alzare in alto la croce, acciò rimanga crocifisso co’ piedi all’aria; dove sono molte considerazioni notabili e belle. Ha Michelagnolo atteso solo, come s’è detto altrove, alla perfezzione dell’arte, per che né paesi vi sono, né alberi, né casamenti, né anche certe varietà e vaghezze dell’arte vi si veggono, perché non vi attese mai, come quegli che forse non voleva abassare quel suo grande ingegno in simil cose. Queste furono l’ultime pitture condotte da lui d’età d’anni settantacinque, e secondo che egli mi diceva con molta sua gran fatica: avenga che la pittura passato una certa età, e massimamente il lavorare in fresco, non è arte da vecchi. Ordinò Michelagnolo che con i suoi disegni Perino del Vaga pittore eccellentissimo facessi la volta di stucchi e molte cose di pittura, e così era ancora la volontà di papa Paulo III; che mandandolo poi per la lunga non se ne fece altro, come molte cose restano imperfette, quando per colpa degli artefici inrisoluti, quando de’ principi poco accurati a sollecitargli. Aveva papa Paulo dato principio a fortificare Borgo e condotto molti signori con Antonio da San Gallo a questa dieta, ove volse che intervenissi ancora Michelagnolo, come quelli che sapeva che le fortificazioni fatte intorno al monte di San Miniato a Fiorenza erano state ordinate da lui; e dopo molte dispute fu domandato del suo parere. Egli che era d’oppinione contraria al San Gallo et a molti altri lo disse liberamente; dove il San Gallo gli disse che era sua arte la scultura e