Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/442

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fiumi, l’anima di Michelagnolo e la Fama; e ciascuna delle dette due figure n’aveva sotto un’altra. Quella che era a man ritta de’ fiumi, figurata per Vulcano, aveva una face in mano, la figura che gli aveva il collo sotto i piedi figurata per l’Odio in atto disagioso e quasi fatigante per uscirgli di sotto, aveva per contrasegno un avoltoio con questo verso:

Surgere quid properas, Odium crudele? Iaceto.

E questo perché le cose sopr’umane e quasi divine non deono in alcun modo essere né odiate né invidiate. L’altra fatta per Aglaia, una delle tre Grazie e moglie di Vulcano, per significare la Proporzione, aveva in mano un giglio, sì perché i fiori sono dedicati alle Grazie, e sì ancora perché si dice il giglio non disconvenirsi ne’ mortorii. La figura che sotto questa giaceva e la quale era finta per la Sproporzione, aveva per contrasegno una scimia o vero bertuccia, e sopra questo verso:

Vivus et extinctus docuit sic sternere turpe.

E sotto i fiumi erano questi altri due versi:

Venimus, Arne, tuo confixa en vulnere maesta flumina, ut ereptum mundo ploremus honorem.

Questo quadro fu tenuto molto bello per l’invenzione, per la bellezza de’ versi e per lo componimento di tutta la storia e vaghezza delle figure. E perché il pittore non come gl’altri per commessione con questa sua fatica onorò Michelagnolo, ma spontaneamente, e con quegli aiuti che gli fece la sua virtù da’ suoi cortesi et onorati amici, meritò per ciò essere ancora maggiormente comendato. In un altro quadro, lungo 6 braccia et alto 4, vicino alla porta del fianco, che va fuori, aveva Tommaso da San Friano, pittore giovane e di molto valore, dipinto Michelagnolo come ambasciadore della sua patria innanzi a papa Giulio Secondo, come si è detto che andò e per quali cagioni mandato dal Soderino. Non molto lontano dal sopra detto quadro, cioè poco sotto la detta porta del fianco che va fuori, in un altro quadro della medesima grandezza, Stefano Pieri, allievo del Bronzino e giovane molto diligente e studioso, aveva (sì come invero non molto avanti era avenuto più volte in Roma) dipinto Michelagnolo a sedere allato all’illustrissimo signor duca Cosimo in una camera, standosi a ragionare insieme, come di tutto si è detto di sopra a bastanza. Sopra i detti panni neri di che era parata, come si è detto, tutta la chiesa intorno intorno, dove non erano storie o quadri di pittura, era in ciascuno de’ vani delle cappelle imagini di morte, imprese et altre simili cose, tutte diverse da quelle che sogliono farsi, e belle e capricciose. Alcune quasi dolendosi d’avere avuto a privare per forza il mondo d’un così fatt’uomo avevano in un brieve queste parole: "Coëgit dura necessitas". Et appresso un mondo, al quale era nato sopra un giglio che aveva tre fiori et era tronco nel mezzo con bellissima fantasia et invenzione di Alessandro Allori sopra detto. Altre Morti poi erano fatte con altra invenzione, ma quella fu molto lodata, alla quale, essendo prostrata in terra, l’Eternità con una palma