Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/506

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già in Italia Alberto Durero, del quale si è parlato lungamente, egli tenne nondimeno sempre la sua medesima maniera, se bene fu nelle teste massimamente pronto e vivace, come è notissimo a tutta Europa. Ma lasciando costoro et insieme con essi Luca d’Olanda et altri, conobbi nel 1532 in Roma un Michele Cockisien, il quale attese assai alla maniera italiana e condusse in quella città molte opere a fresco, e particolarmente in Santa Maria de Anima due cappelle. Tornato poi al paese e fattosi conoscere per valent’uomo, odo che fra l’altre opere ritrasse al re Filippo di Spagna una tavola da una di Giovanni Eick su detto, che è in Guanto. Nella quale ritratta che fu portata in Ispagna è il trionfo dell’Agnus Dei. Studiò poco dopo in Roma Martino Emskerck, buon maestro di figure e paesi, il quale ha fatto in Fiandra molte pitture e molti disegni di stampe di rame, che sono state, come s’è detto altrove, intagliate da Ieronomo Cocca, il quale conobbi in Roma mentre io serviva il cardinale Ipolito de’ Medici. E questi tutti sono stati bellissimi inventori di storie e molto osservatori della maniera italiana. Conobbi ancora in Napoli, e fu mio amicissimo, l’anno 1545, Giovanni di Calker pittore fiammingo, molto raro e tanto pratico nella maniera d’Italia, che le sue opere non erano conosciute per mano di Fiammingo. Ma costui morì giovane in Napoli, mentre si sperava gran cose di lui, il quale disegnò la sua notomia al Vessalio. Ma innanzi a questi fu molto in pregio Divik da Lovano, in quella maniera buon maestro, e Quintino della medesima terra, il quale nelle sue figure osservò sempre più che poté il naturale, come anche fece un suo figliuolo chiamato Giovanni. Similmente Gios di Cleves fu gran coloritore e raro in far ritratti di naturale, nel che servì assai il re Francesco di Francia, in far molti ritratti di diversi signori e dame. Sono anco stati famosi pittori e parte sono, della medesima provincia, Giovanni d’Hemsen, Mattias Cook d’Anversa, Bernardo di Burselles, Giovanni Cornelis d’Amsterdam, Lamberto della medesima terra, Enrico da Binat, Giovachino di Patenier di Bovines e Giovanni Scorle canonico di Utrecht, il quale portò in Fiandra molti nuovi modi di pitture cavati d’Italia. Oltre questi, Giovanni Bella Gamba di Douai, Dirick d’Harlem della medesima, e Francesco Mostaret, che valse assai in fare paesi a olio, fantasticherie, bizzarrie, sogni et imaginazioni. Girolamo Hertoglien Bos e Pietro Bruveghel di Breda furono imitatori di costui, e Lancilotto è stato eccellente in far fuochi, notti, splendori, diavoli e cose somiglianti. Piero Covek ha avuto molta invenzione nelle storie e fatto bellissimi cartoni per tapezzerie e panni d’arazzo, e buona maniera e pratica nelle cose d’architettura. Onde ha tradotto in lingua teutonica l’opere d’architettura di Sebastiano Serlio bolognese. E Giovanni di Malengt fu quasi il primo che portasse d’Italia in Fiandra il vero modo di fare storie piene di figure ignude e di poesie, e di sua mano in Silanda è una gran tribuna nella badia di Midelborgo. De’ quali tutti si è avuto notizia da maestro Giovanni della Strada di Brucies, pittore, e da Giovanni Bologna de Douai, scultore, ambi fiaminghi et eccellenti come diremo nel trattato degl’Accademici. Ora quanto a quelli della medesima provincia, che sono vivi et in pregio, il primo è fra loro, per opere di pittura e per molte carte intagliate