Pagina:Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568.djvu/635

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ritratti di naturale, che vengono a chieder grazie et ad offerire diversi tributi al Papa. Et oltre ciò, in certe nicchione, due figure grandi, poste sopra le porte, che mettono in mezzo la storia, delle quali una è fatta per l’Eloquenza, che ha sopra due Vittorie che tengono la testa di Giulio Cesare, e l’altra per la Iustizia, con due altre Vittorie che tengono la testa di Alessandro Magno, e nell’alto del mezzo è l’arme di detto Papa sostenuta dalla Liberalità e dalla Rimunerazione. Nella facciata maggiore è il medesimo Papa che rimunera la virtù donando porzioni, cavalierati, benefizii, pensioni, vescovadi e cappelli di cardinali, e fra quei che ricevono sono il Sadoleto, Polo, il Bembo, il Contarino, il Giovio, il Buonarruoto et altri virtuosi tutti ritratti di naturale, et in questa è dentro a un gran nicchione una Grazia con un corno di dovizia pieno di dignità, il quale ella riversa in terra. E le Vittorie, che ha sopra a somiglianza dell’altre, tengono la testa di Traiano imperatore. Èvvi anco l’Invidia, che mangia vipere e pare che crepi di veleno. E di sopra nel fine della storia è l’arme del cardinal Farnese, tenuta dalla Fama e dalla Virtù. Nell’altra storia, il medesimo papa Paulo si vede tutto intento alle fabriche, e particolarmente a quella di S. Piero sopra il Vaticano. E però sono innanzi al Papa ginocchioni la Pittura, la Scultura e l’Architettura, le quali, avendo spiegato un disegno della pianta di esso San Piero, pigliano ordine di essequire e condurre al suo fine quell’opera. Èvvi, oltre le dette figure, l’Animo, che aprendosi il petto mostra il cuore, la Sollecitudine appresso e la Ricchezza. E nella nicchia, la Copia con due Vittorie, che tengono l’effigie di Vespasiano. E nel mezzo è la Religione cristiana in un’altra nicchia che divide l’una storia dall’altra, e sopra le sono due Vittorie, che tengono la testa di Numa Pompilio. E l’arme che è sopra questa istoria è del cardinal San Giorgio, che già fabricò quel palazzo. Nell’altra storia, che è dirimpetto alle spedizioni della corte, è la pace universale fatta fra i cristiani per mezzo di esso papa Paulo Terzo, e massimamente fra Carlo Quinto imperatore e Francesco re di Francia che vi son ritratti. E però vi si vede la Pace abruciar l’arme, chiudersi il tempio di Iano, et il Furor incatenato. Delle due nicchie grandi, che mettono in mezzo la storia, in una è la Concordia, con due Vittorie sopra, che tengono la testa di Tito imperadore e nell’altra è la Carità con molti putti. Sopra la nicchia tengono due Vittorie la testa d’Augusto, e nel fine è l’arme di Carlo Quinto tenuta dalla Vittoria e dalla Ilarità, e tutta quest’opera è piena d’inscrizioni e motti bellissimi fatti dal Giovio; et in particolare ve n’ha uno che dice quelle pitture essere state tutte condotte in cento giorni. Il che io come giovane feci, come quegli che non pensai se non a servire quel signore, che come ho detto desiderava averla finita per un suo servizio, in quel tempo. E nel vero, se bene io m’affaticai grandemente in far cartoni e studiare quell’opera, io confesso aver fatto errore in metterla poi in mano di garzoni per condurla più presto come mi bisognò fare, perché meglio sarebbe stato aver penato cento mesi et averla fatta di mia mano. Perciò che se bene io non l’avessi fatta in quel modo che arei voluto per servizio del cardinale et onor mio, arei pure avuto quella satisfazione d’averla condotta di mia mano. Ma questo errore fu cagione che io mi risolvei a non far più opere, che non fussero da me stesso del tutto finite sopra la bozza di mano degl’aiuti, fatta con i dise-