Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/163

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PROEMIO DELLE VITE.


O non dubito punto, che non sia quasi di tutti gli scrittori commune, et certissima opinione, che la scultura insieme con la pittura fussero naturalmente da i popoli dello Egitto primieramente trovate; E che alcun’altri non siano, che attribuischino a’ Caldei le prime bozze de marmi; et i primi rilievi delle statue; come danno anco a’ Greci la invenzione del pennello, et del colorire. Ma io dirò bene, che dell’una, et dell’altra Arte il disegno, che è il fondamento di quelle, anzi l’istessa anima, che concepe, et nutrisce in se medesima tutti i parti degli intelletti, fusse perfettissimo in sul origine di tutte l’altre cose, Quando l’altissimo Dio fatto il gran corpo del mondo, et ornato il cielo de suoi chiarissimi lumi, discese con l’intelletto piu giu nella limpidezza dell’aere, et nella solidità della terra; et formando l’huomo, scoperse con la vaga invenzione delle cose, la prima forma della scoltura, et della pittura, dal quale huomo a mano a mano poi (che non si de dire il contrario) come da vero esemplare fur cavate le statue, et le sculture, et la difficulta dell’attitudini, e de i contorni, et per le prime pitture (qual che elle si fussero) la morbidezza, l’unione, et la discordante concordia, che fanno i lumi con l’ombre. Cosi dunque il primo modello, onde usci la prima imagine dell’huomo fu una massa di terra; et non senza cagione: percioche il divino Architetto del tempo, et della natura, come perfetissimo volle mostrare nella imperfezzione della materia, la via, del levare, et dell’aggiugnere; nel medesimo modo, che sogliono fare i buoni scultori; et pittori, i quali ne’ lor modelli, aggiungendo, et levando, riducono le imperfette bozze a quel fine, et perfezzione che vogliono. Diedegli colore vivacissimo di carne, dove s’è tratto nelle pitture poi da le Miniere della terra gli istessi colori, per contraffare tutte le cose, che accaggiono nelle Pitture. Bene è vero, che e’ non si può affermare per certo, quello, che ad imitazione di cosi bella opera si facessino gli huomini avanti al Diluvio in queste arti; avvegna, che verisimilmente paia da credere, che essi ancora, et scolpissero, et dipignissero d’ogni maniera; Poi che Belo figliuolo del Superbo Nebrot circa .cc. anni dopo il Diluvio fece fare la statua, donde nacque poi la Idolatria; et la famosissima nuora sua Semiramis Regina di Babilonia, nella edificazione di quella città pose tra gli ornamenti di quella, non solamente variate, et diverse spezie di animali ritratti, et coloriti di naturale, Ma la imagine di se stessa, et di Nino suo marito; et le statue anchora di bronzo del suocero, et della suocera, et della antisuocera sua, come racconta Diodoro, chiamandole co’ nomi de’ Greci, che ancora non erano, Giove, Giunone et Ope. Da le quali statue appresero per avventura i Caldei, a

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