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VITA DI SIMONE 171

(versione diplomatica)


(versione critica)


nel palazzo loro in una sala a fresco una Vergine Maria con molte figure attorno, la quale egli compiè di tutta perfezzione, con molta sua lode et utilità. E per mostrare che non meno sapeva fare in tavola che in fresco, dipinse in detto palazzo una tavola che fu cagione che poi ne fu fatto far due in duomo et una Nostra Donna col Fanciullo in braccio in attitudine bellissima sopra la porta dell’Opera del duomo detto, nella qual pittura certi Angeli, che sostenendo in aria un stendardo, volano e guardano all’ingiù alcuni Santi che sono intorno alla Nostra Donna, fanno bellissimo componimento et ornamento grande. Ciò fatto, fu Simone dal Generale di Sant’Agostino condotto in Firenze, dove lavorò il capitolo di Santo Spirito, mostrando invenzione e giudizio mirabile nelle figure e ne’ cavalli fatti da lui, come in quel luogo ne fa fede la storia della Passione di Cristo, nella quale si veggiono ingegnosamente tutte le cose essere state fatte da lui con discrezione e con bellissima grazia. Veggonsi i ladroni in croce rendere il fiato, e l’anima del buono essere portata in cielo con allegrezza dagl’Angeli, e quella del reo andarne accompagnata da’ diavoli tutta rabbuffata ai tormenti dell’Inferno. Mostrò similmente invenzione e giudizio Simone nell’attitudini e nel pianto amarissimo che fanno alcuni Angeli intorno al Crocifisso. Ma quello che sopra tutte le cose è dignissimo di considerazione è veder quegli spiriti che fendono l’aria con le spalle visibilmente, perchè quasi girando sostengono il moto del volar loro; ma farebbe molto maggior fede dell’eccellenza di Simone quest’opera, se oltre all’averla consumata il tempo, non fusse stata, l’anno 1560, guasta da que’ padri che per non potersi servire del capitolo mal condotto dall’umidità, nel far dove era un palco intarlato una volta, non avessero gettato in terra quel poco che restava delle pitture di quest’uomo, il quale quasi in quel medesimo tempo dipinse in una tavola una Nostra Donna et un San Luca con altri Santi a tempera, che oggi è nella capella de’ Gondi in Santa Maria Novella col nome suo. Lavorò poi Simone tre facciate del capitolo della detta Santa Maria Novella molto felicemente. Nella prima, che è sopra la porta donde vi si entra, fece la vita di San Domenico et in quella che segue verso la chiesa figurò la Religione et Ordine del medesimo combattente contra gl’eretici figurati per lupi che assalgono alcune pecore, le quali da molti cani pezzati di bianco e di nero sono difese, et i lupi ributtati e morti. Sonovi ancora certi eretici, i quali convinti nelle dispute, stracciano i libri e pentiti si confessano, e così passano l’anime alla porta del Paradiso, nel quale sono molte figurine che fanno diverse cose. In cielo si vede la gloria de’ Santi e Iesù Cristo, e nel mondo quaggiù rimangono i piaceri e’ diletti vani in figure umane e massimamente di donne che seggono. Tra le quali è Madonna Laura del Petrarca, ritratta di naturale vestita di verde, con una piccola fiammetta di fuoco tra il petto e la gola. Èvvi ancora la Chiesa di Cristo et alla guardia di quella il papa, lo imperadore, i re, i cardinali, i vescovi e tutti i principi cristiani, e tra essi, a canto a un cavalier di Rodi, Messer Francesco Petrarca, ritratto pur di naturale, il che fece Simone per rinfrescar nell’opere sue la fama di colui che l’aveva fatto immortale. Per la Chiesa universale fece la chiesa di S. Maria del Fiore, non come ella sta oggi, ma come egli l’aveva ritratta dal modello e disegno che Arnolfo architettor aveva lasciati nell’opera per norma di coloro che avevano a seguitar