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498 SECONDA PARTE

VITA DI BERNARDINO PINTURICCHIO PITTORE PERUGINO

Sì come sono molti aiutati dalla fortuna senza essere di molta virtù dotati, così per lo contrario sono infiniti quei virtuosi che da contraria e nimica fortuna sono perseguitati; onde si conosce apertamente che ell’ha per figliuoli coloro che senza l’aiuto d’alcuna virtù dependono da lei; poichè le piace che dal suo favore sieno alcuni inalzati, che per via di meriti non sarebbono mai conosciuti; il che si vide nel Pinturicchio da Perugia, il quale ancor che facesse molti lavori e fusse aiutato da diversi, ebbe nondimeno molto maggior nome che le sue opere non meritarono. Tuttavia egli fu persona che ne’ lavori grandi ebbe molta pratica, e che tenne di continovo molti lavoranti nelle sue opere. Avendo dunque costui nella sua prima giovanezza lavorato molte cose con Pietro da Perugia suo maestro, tirando il terzo di tutto il guadagno che si faceva, fu da Francesco Piccolomini cardinale chiamato a Siena a dipignere la libreria stata fatta da Papa Pio II nel Duomo di quella città. Ma è ben vero che gli schizzi et i cartoni di tutte le storie che egli vi fece, furono di mano di Raffaello da Urbino allora giovinetto, il quale era stato suo compagno e condiscepolo appresso al detto Pietro; la maniera del quale aveva benissimo appresa il detto Raffaello; e di questi cartoni se ne vede ancor oggi uno in Siena et alcuni schizzi ne sono di man di Raffaello nel nostro libro. Le storie dunque di questo lavoro, nel quale fu aiutato Pinturicchio da molti garzoni e lavoranti, tutti della scola di Pietro, furono divise in dieci quadri. Nel primo è dipinto quando detto papa Pio Secondo nacque, di Silvio Piccolomini e di Vittoria, e fu chiamato Enea, l’anno 1405 in Valdorcia, nel castello di Corsignano, che oggi si chiama Pienza dal nome suo, per essere stata poi da lui edificata e fatta città. Et in questo quadro sono ritratti di naturale il detto Silvio e Vettoria. Nel medesimo è quando con Domenico cardinale di Capranica passa l’Alpe piena di ghiacci e di neve, per andare al concilio in Basilea. Nel secondo è quando il Concilio manda esso Enea in molte legazioni, cioè in Argentina tre volte, a Trento, a Gostanza, a Francscordia et in Savoia. Nella terza è quando il medesimo Enea è mandato oratore, da Felice Antipapa, a Federigo Terzo imperatore, appresso al quale fu di tanto merito la destrezza dell’ingegno, l’eloquenza e la grazia d’Enea, che da esso Federigo fu coronato, come poeta, di lauro, fatto protonotario, ricevuto fra gl’amici suoi e fatto primo Segretario. Nel quarto è quando fu mandato da esso Federigo ad Eugenio Quarto, dal quale fu fatto vescovo di Trieste, e poi arcivescovo di Siena sua patria. Nella quinta storia è quando il medesimo imperatore, volendo venire in Italia a pigliare la corona dell’imperio, manda Enea a Telamone, porto de’ Sanesi, a rincontrare Leonora sua moglie che veniva di Portogallo. Nella sesta va Enea, mandato dal detto imperatore a Calisto Quarto, per indurlo a far guerra ai Turchi, et in questa parte si vede che il detto pontefice, essendo travagliata Siena dal conte di Pittigliano e da altri, per colpa del re Alfonso di Napoli, lo