Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 1-2, 1568.djvu/64

Da Wikisource.

LETTERA DI M.

fettione, dicendo ſe il fanciullo coſi bene fuſſe ritratto, come l’vue, ſono gli augelli dourebbono pur temerne. Mantenneſi in Roma lungo tempo nella loggia di Filippo vna Helena, e nel Tempio della Concordia vn Marſia legato di mano del medeſimo Zeuſi. Parraſio, come noi habbiamo detto fiorì in queſta medeſima età, e fu di Epheſo città di Aſia, il quale in molte coſe accrebbe, e nobilitò la pittura. Egli primo diede intera proporzione alle figure, egli primo con nuoua ſottigliezza e viuacità ritraſſe i volti, e dette vna certa leggiadria à i capegli, e grazia infinita, e mai non piu uista alle faccie, & a giudizio d’ogni huomo allui ſi conceſſe la gloria del bene & interamente finire, e nelli vltimi termini far perfette le ſue figure; percioche in cotale arte questo ſi tiene che ſia la eccellenza. dipignere bene i corpi & il mezzo delle coſe è bene aſſai, ma doue molti ſono stati lodati, terminare e finir bene, e con certa maestria rinchiudere drento a ſe steſſa una figura questo e rado e pochi ſi ſono trouati, li quali in ciò ſieno stati da commendare; percioche l’ultimo d’vna figura debbe chiudere ſe steſſo talmente che ella ſpicchi dal luogo, doue ella è dipinta, e prometta molto piu di quello, che nel vero ella ha, e che ſi vede. e cotale honore li diedero Antigono, e Senocrate, i quali di cotale arte, e delle opere della pittura ampiamente trattarono, non pure lodãdo ciò in lui, e molte altre coſe, ma ancora celebrandonelo oltre a modo. Rimaſero di lui, e di ſuo stile in carte, & in tauole alcune adombrate figure, con le quali non poco ſi auanzarono poſcia molti di cotale arte. Egli, come poco fa dicemo, fu tale nel bene & interamente finire l’opere ſue, che paragonato a ſe steſſo nel mezzo di loro appariſce molto minore. Dipinſe con bellißima inuenzione il Genio, e come ſarebbe a dire ſotto vna figura steſſa la natura del popolo Athenieſe quale ella era. doue in vn ſubietto medeſimo volle, che appariſſe il vario, l’iracondo, il placabile, il clemente, il miſericordioſo, il ſuperbo, il pompoſo, l’humile, il feroce, il timido, e’l fugace, che tale era la cõdizione e natura di quel popolo. Fu molto lodato di lui vn capitano di naue armato di corazza, & in vna tauola che era a Rodi Meleagro, Hercole, e Perſeo, la quale abrõzata tre uolte dalla ſaetta e nõ iſcolorita accreſceua la marauiglia. Dipinſe ancora vno Archigallo, della quale figura fu tãto vago Tiberio Imperadore, che per poterla vagheggiare a ſuo diletto ſe la fece appiccare in camera. videſi di lui ancora vna balia di Creti col bãbino in braccio, figura molto celebrata, e Fliſco, e Bacco, cõ la Virtu appreſſo, & due vezzoſißimi fanciullini, ne’ quali ſi ſcorgeua chiara la ſemplicità della età, e quella uita ſenza penſiero alcuno. Dipinſe in oltre vn ſacerdote ſacrificante con vn fanciullo appreſſo ministro del ſacrificio con la grillanda, e con l’incenſo. Hebbero gran fama due figure di lui armate, l’vna che in battaglia corrẽdo pareua che ſudaſſe, e l’altra che per stanchezza ponendo giu l’arme pareua che anſaſſe. Fu lodata ancho di questo artefice medeſimo vna tauola, doue era Enea, Caſtore, e Polluce, e ſimigliãtemente vn’altra doue era Telefo, Achille, Agamennone, & Vliſſe. Valſe ancora molto nel ben parlare, ma fu ſuperbo oltre a miſura, lodando ſe steſſo arrogantemẽte e l’arte ſua, chiamandoſi per ſopranome hor grazioſo, & hora con cotali altri nomi dichiaran



ti