Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/181

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delle migliori cose che facesse; bene è vero, che fu aiutato in questa opera da Cesare da Milano. Ritornato Baldassarre dopo questi lavori in Roma, fece amicizia strettissima con Agostino Ghigi sanese, sì perché Agostino naturalmente amava tutti i virtuosi e sì perché Baldassarre si faceva sanese, onde poté con l’aiuto di tanto uomo trattenersi e studiare le cose di Roma, massimamente d’architettura, nelle quali, per la concorrenza di Bramante, fece in poco tempo maraviglioso frutto, il che gli fu poi, come si dirà, di onore e d’utile grandissimo. Attese anco alla prospettiva e si fece in quella scienzia tale che in essa pochi pari a lui abbiam veduti a’ tempi nostri operare; il che si vede manifestamente in tutte l’opere sue. Avendo intanto papa Giulio Secondo fatto un corridore in palazzo e vicino al tetto un’ucelliera, vi dipinse Baldassarre tutti i mesi di chiaro scuro e gl’essercizii che si fanno per ciascun d’essi in tutto l’anno; nella quale opera si veggiono infiniti casamenti, teatri, anfiteatri, palazzi et altre fabbriche con bella invenzione in quel luogo accomodate; lavorò poi nel palazzo di San Giorgio, per il cardinale Raffaello Riario vescovo d’Ostia, in compagnia d’altri pittori, alcune stanze, e fece una facciata dirimpetto a Messer Ulisse da Fano e similmente quella di esso Messer Ulisse, nella quale le storie che egli vi fece d’Ulisse gli diedero nome e fama grandissima. Ma molto più gliene diede il modello, del palazzo d’Agostino Ghigi, condotto con quella bella grazia che si vede, non murato, ma veramente nato, e l’adornò fuori di terretta con istorie di sua mano molto belle. La sala similmente è fatta in partimenti di colonne, figurate in prospettiva, le quali con istrafori mostrano quella essere maggiore. E, quello che è di stupenda maraviglia, vi si vede una loggia in sul giardino dipinta da Baldassarre, con le storie di Medusa, quando ella converte gl’uomini in sasso, che non può immaginarsi più bella; et appresso quando Perseo le taglia la testa, con molte altre storie ne’ peducci di quella volta; e l’ornamento tirato in prospettiva di stucchi e colori contrafatti è tanto naturale e vivo, che anco agl’artefici eccellenti pare di rilievo. E mi ricorda che, menando io il cavaliere Tiziano, pittore eccellentissimo et onorato, a vedere quella opera, egli per niun modo voleva credere che quella fusse pittura: per che, mutato veduta, ne rimase maravigliato. Sono in questo luogo alcune cose fatte da fra’ Sebastian Viniziano della prima maniera, e di mano del divino Raffaello vi è (come si è detto) una Galatea rapita dagli dii marini. Fece anco Baldassarre, passato Campo di Fiore, per andare a piazza Giudea, una facciata bellissima di terretta con prospettive mirabili, la quale fu fatta finire da un cubiculario del papa et oggi è posseduta da Iacopo Strozzi fiorentino. Similmente fece nella Pace una capella a Messer Ferrando Ponzetti, che fu poi cardinale, all’entrata della chiesa a man manca, con istorie piccole del Testamento Vecchio e con alcune figure anco assai grandi, la quale opera, per cosa in fresco, è lavorata con molta diligenza. Ma molto più mostrò quanto valesse nella pittura e nella prospettiva nel medesimo tempio vicino all’altar maggiore, dove fece, per Messer Filippo da Siena cherico di camera, in una storia quando la Nostra Donna salendo i gradi va al Tempio, con molte figure degne di lode, come un gentiluomo vestito all’antica, il quale, scavalcato d’un suo cavallo, porge, mentre i servidori l’aspettano, la limosina a un povero