Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/248

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E similmente a Volterra dipinse un bellissimo Deposto di croce. Perché cresciuto in pregio e fama, fece in S. Spirito di Fiorenza la tavola de’ Dei, la quale già avevano allogato a Raffaello da Urbino, che la lasciò per le cure dell’opera che aveva preso a Roma. La quale il Rosso lavorò con bellissima grazia e disegno e vivacità di colori. Né pensi alcuno che nessuna opera abbia più forza o mostra più bella di lontano, di quella, la quale, per la bravura nelle figure e per l’astrattezza delle attitudini, non più usata per gli altri, fu tenuta cosa stravagante. E se bene non gli fu allora molto lodata, hanno poi a poco a poco conosciuto i popoli la bontà di quella, e gli hanno dato lode mirabili; perché nell’unione de’ colori non è possibile far più, essendo che i chiari, che sono sopra dove batte il maggior lume, con i men chiari vanno a poco a poco con tanta dolcezza et unione a trovar gli scuri con artifizio di sbattimenti d’ombre, che le figure fanno addosso l’una all’altra figura, perché vanno per via di chiari scuri facendo rilievo l’una all’altra. E tanta fierezza ha quest’opera, che si può dire ch’ella sia intesa e fatta con più giudizio e maestria, che nessun’altra che sia stata dipinta da qual si voglia più giudizioso maestro. Fece in San Lorenzo la tavola di Carlo Ginori dello sponsalizio di Nostra Donna, tenuto cosa bellissima. Et in vero in quella sua facilità del fare non è mai stato chi di pratica o di destrezza l’abbi potuto vincere, né a gran lunga accostarseli; per esser egli stato nel colorito sì dolce, e con tanta grazia cangiato i panni, che il diletto, che per tale arte prese, lo fé sempre tenere lodatissimo e mirabile, come chi guarderà tale opera conoscerà tutto questo ch’io scrivo esser verissimo, considerando gl’ignudi, che sono benissimo intesi, e con tutte l’avvertenze della notomia. Sono le femmine graziosissime e l’acconciature de’ panni bizarre e capricciose. Similmente ebbe le considerazioni, che si deono avere, sì nelle teste de’ vecchi con cere bizarre, come in quelle delle donne e dei putti, con arie dolci e piacevoli. Era anco tanto ricco d’invenzioni, che non gl’avanzava mai niente di campo nelle tavole, e tutto conduceva con tanta facilità e grazia, che era una maraviglia. Fece ancora a Giovanni Bandini un quadro d’alcuni ignudi bellissimi, in una storia di Mosè quando ammazza l’Egizzio, nel quale erano cose lodatissime; e credo che in Francia fosse mandato. Similmente un altro ne fece a Giovanni Cavalcanti, che andò in Inghilterra, quando Iacob piglia il bere da quelle donne alla fonte, che fu tenuto divino, atteso che vi erano ignudi e femmine lavorate con somma grazia, alle quali egli di continuo si dilettò far panniccini sottili, acconciature di capo con trecce et abbigliamenti per il dosso. Stava il Rosso, quando questa opera faceva, nel Borgo de’ Tintori, che risponde con le stanze negli orti de’ frati di S. Croce, e si pigliava piacere d’un bertuccione, il quale aveva spirto più d’uomo che d’animale; per la qual cosa carissimo se lo teneva e come se medesimo l’amava, e perciò ch’egli aveva un intelletto maraviglioso, gli faceva fare di molti servigi. Avvenne che questo animale s’innamorò d’un suo garzone, chiamato Batistino, il quale era di bellissimo aspetto, et indovinava tutto quel che dir voleva, ai cenni, che ’l suo Batistin gli faceva. Per il che, essendo da la banda delle stanze di dietro, che nell’orto de’ frati rispondevano, una pergola del guardiano piena di uve grossissime S. Colombane, quei giovani mandavano giù il bertuccione per quella che dalla finestra era lontana, e con la fune su tiravano l’animale con