Pagina:Vasari - Le vite de’ piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-1, 1568.djvu/320

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fatto altro, lo farà tenere sempre, come fu, eccellente dipintore. Fece ancora nella chiesa di San Gallo, luogo già fuor della detta porta, de’ frati Eremitani di Santo Agostino, in una tavola la Nostra Donna e due putti, San Zanobi vescovo di Fiorenza, e San Francesco; la quale tavola, che era alla capella de’ Girolami, della quale famiglia fu detto San Zanobi, è oggi in San Iacopo tra’ Fossi in Firenze. Avendo Michelagnolo Buonarruoti una sua nipote monaca in Santa Apollonia di Firenze, et avendo per ciò fatto l’ornamento et il disegno della tavola e dell’altar maggiore, vi dipinse il Granaccio alcune storie di figurette piccole a olio et alcune grandi, che allora sodisfecero molto alle monache et ai pittori ancora. Nel medesimo luogo dipinse da basso un’altra tavola, che per inavertenza di certi lumi lasciati all’altare abruciò una notte con alcuni parametri di molto valore; che certo fu gran danno, perciò che era quell’opera molto dagl’artefici lodata. Alle monache di S. Giorgio in sulla Costa fece nella tavola dell’altar maggiore la Nostra Donna, Santa Caterina, San Giovanni Gualberto, San Bernardo Uberti cardinale e San Fedele. Lavorò similmente il Granacci molti quadri e tondi sparsi per la città nelle case de’ gentiluomini; e fece molti cartoni per far finestre di vetro, che furono poi messi in opera dai frati degl’Ingesuati di Fiorenza. Dilettossi molto di dipignere drappi, e solo et in compagnia: onde, oltre le cose dette di sopra, fece molti drappelloni. E perché faceva l’arte più per passar tempo che per bisogno, lavorava agiatamente, e voleva tutte le sue commodità, fuggendo a suo potere i disagi più che altr’uomo. Ma nondimeno conservò sempre il suo, senza esser cupido di quel d’altri. E perché si diede pochi pensieri, fu piacevole uomo et attese a godere allegramente. Visse anni sessantasette; alla fine de’ quali, di malatia ordinaria e di febre finì il corso della sua vita; e nella chiesa di Santo Ambruogio di Firenze ebbe sepoltura nel giorno di Santo Andrea Apostolo, nel MDXLIIII.